La rabbia e la frustrazione per non aver passato per l’ennesima volta lo stesso esame sono costate care a uno studente universitario di Torino che, di fronte all’ultima bocciatura, ha sbottato mandando una mail di “protesta” al professore interessato. Non sono noti i particolari della mail ma una singola frase, dettata dallo sconforto di dover preparare e sostenere nuovamente l’esame, pare sia stata sufficiente per far scattare severa e implacabile la ghigliottina dell’ateneo: “se mi bocci ancora ti spacco il c…” avrebbe scritto nell’email e da qui sarebbe partita la sospensione per tre mesi da qualsiasi attività didattica.

“Al tuo esame copiano tutti”

Preso dall’ira lo studente probabilmente non ci ha pensato due volte, una volta appreso l’esito dell’esame scritto, a comunicare tutto il suo disappunto per quella che, secondo lui, sarebbe una vera e propria ingiustizia: “al tuo esame copiano tutti, la prossima volta me li porto anche io i fogliettini”, sarebbe stato l’incipit della mail contenente la frase rea di aver leso la maestà del professore e dell’ateneo stesso. La vicenda infatti, (per quanto deprecabile) avrebbe potuto benissimo chiudersi lì con un richiamo ufficiale e la minaccia di provvedimenti. Tuttavia, il personale docente dell’Università di Torino ha deciso diversamente, ritendo evidente opportuno che tale comportamento andava punito severamente.

Nei giorni scorsi infatti, dopo che il professore ha segnalato l’accaduto alla commissione disciplinare, il Senato Accademico ha ratificato la richiesta di quest’ultima di applicare una sanzione esemplare al giovane: interdizione temporanea da tutti i corsi per tre mesi, con un atto che presumibilmente segnerà definitivamente la carriera universitaria dello studente di Giurisprudenza.

Irrispettosi: studenti… o professori?

Oltre infatti a essersi reso tristemente noto a tutti i docenti dell’ateneo, il ragazzo che segue i corsi dal proprio computer di casa è stato “sloggato” e non potrà pertanto avere accesso, per tutto il periodo della sanzione, ai materiali didattici disponibili senza quindi poter studiare per preparare gli altri esami.

Al pari di un liceale, per lo studente è scattata la sospensione che avrà di certo conseguenze ben più gravi e pregiudizievoli per il suo futuro accademico e lavorativo. L’errore dello studente è incontestabile, però viene da chiedersi: è davvero appropriata una sospensione del genere? Episodi analoghi, si sa, succedono spessissimo in tutti gli atenei d’Italia, vuoi per pretese eccessive e fuori luogo di studenti irrispettosi, ma vuoi anche per l’operato di professori che troppo spesso abusano della propria posizione. Chi ha vissuto la realtà universitaria conosce bene le dinamiche talvolta clientelari e nepotistiche che manovrano il conferimento degli incarichi di docenza, le valutazioni spesso soggettive e differenziate di docenti che in sede di esame si lasciano influenzare da fattori come l’aspetto estetico o le origini degli studenti.

Capita anche che alcuni professori assegnino i voti senza neanche correggere i compiti e che, interrogati sugli elementi di giudizio utilizzati, balbettano velocemente qualche supercazzola prima di battere sonoramente i piedi a terra per ribadire la propria indiscutibile autorità. E ancora, non è certo un mistero che alcuni professori trattano gli studenti senza il minimo rispetto, ridendo e scherzando noncuranti come fossero al bar davanti all’esaminando o al laureando che sta discutendo la tesi. Ci sono professori che non rispondono mai alle email, che fanno domande non pertinenti al programma d’esame e a cui spesso basta un’unica domanda per determinare la bocciatura di uno studente, totalmente indifferenti alle conseguenze per il malcapitato. Professori insomma che fanno un po’ come gli pare perché, a meno di doversi difendere in tribunale, a essere giudicati loro non ci finiranno mai.