Solo alcuni giorni fa i Carabinieri hanno messo a segno l'ennesimo scacco al clan dei Casalesi dove è finito in arresto anche Walter Schiavone, figlio del famigerato boss soprannominato Sandokan. Però a seguito del video dell'arresto pubblicato da numerose testate giornalistiche, un particolare non passa inosservato. I Casalesi sono stati descritti come uno dei clan più pericolosi della Campania, eppure nelle immagini dell'ultima operazione effettuata dai Carabinieri, hanno sfilato senza manette mostrando superficialità e nessuna preoccupazione all'arresto, dove è finita la pericolosità sociale degli individui?
E sopratutto, se sono in stato di arresto, perché non hanno le manette ai polsi?
Uso delle manette a seguito di un arresto
La legge italiana prevede l'utilizzo delle manette di sicurezza da parte delle forze dell'ordine non solo in caso di arresto di un soggetto. Le manette sono un mezzo di coercizione e se nel corso di un'operazione vi è la necessità di mettere in sicurezza dei sospettati o comunque sia, riportare la calma in occasione di una situazione di pericolo, l'uso delle manette è consentito per agevolare il lavoro alle forze dell'ordine.
Casalesi arrestati che sfilano con le mani in tasca
Non è passato inosservato nel video dell'arresto di alcuni esponenti del clan dei Casalesi, il particolare delle manette ai polsi.
Ovvero il mancato utilizzo di queste ultime, anche se l'operazione condotta dalla benemerita ha evidenziato la pericolosità sociale dei soggetti ritenuti affiliati ad un clan della Camorra. Se i soggetti in questione sono pericolosi, perché non portavano le manette ai polsi? E se qualcuno di loro avesse provato a scappare, come l'avrebbero potuto fermare, considerando il fatto che l'uso delle armi da parte dei Carabinieri non è consentito nella fuga?
La risposta al quesito arriva da lontano: i soggetti, nonostante siano stati ritenuti pericolosi, hanno sfilato senza manette poiché esiste una norma del codice di procedura penale che ne vieta le riprese e la successiva pubblicazione da parte dei giornalisti. Sarebbe prevista da parte delle Tv la censura delle immagini che ritraggono persone con manette ai polsi o di altri mezzi di coercizione.
La legge in questione esiste dal 1999 ma non sempre viene applicata. In Italia vige un codice deontologico dei giornalisti, approvato nel 1998, il quale prevede che le persone in stato detentivo non dovevano essere fotografate a meno di “rilevanti motivi di interesse pubblico”. Il comma 3 specifica che “Le persone non possono essere presentate con ferri o manette ai polsi, salvo che ciò sia necessario per segnalare abusi.” In occasione dell'arresto di pericolosi Casalesi però, la traduzione degli arrestati è stata condizionata dalla presenza dei giornalisti e di conseguenza hanno sfilato di fianco ai Carabinieri soggetti arrestati ma con le mani in tasca o comunque sia liberi e con fare presuntuoso.