Dino Bettamin, 70 anni, da 5 lottava inutilmente contro una delle peggiori malattie del secolo: la Sla. Devastato dalla malattia ha chiesto di sospendere i trattamenti che lo mantenevano in vita e gli è stata somministrata la sedazione palliativa.
La sua decisione è stata sottolineata dalle parole "Voglio dormire fino all'arrivo della morte, senza più soffrire": e cosi' il macellaio di Montebelluna è stato assecondato con la sedazione palliativa, dopo che aveva rifiutato i trattamenti medici e la nutrizione artificiale. E' il primo caso di "sedazione profonda" per un malato di Sla.
L'angoscia di Dino, che lo ha portato all'estrema decisione non poteva essere attenuata né dai farmaci né dalle terapie psicologiche: egli sapeva di avere ancora pochi giorni di vita, era lucido ed ha scelto. I medici non hanno fatto altro che aumentare la dose di sedativo che Dino prendeva costantemente, poi gli sono stati somministrati altri farmaci. Il respiratore artificiale invece è rimasto in funzione perché l'uomo aveva paura di morire soffocato. La moglie racconta il gesto del marito spiegando che è "in linea con la legge, la bioetica e la sua grande fede". Dino ha chiesto alla moglie se era tutto pronto e quando lei lo ha rassicurato, si è lasciato andare, scivolando nel sonno per sempre.
Una malattia terribile
La Sla, sclerosi laterale amiotrofica, è una malattia neurodegenerativa, che causa una degenerazione progressiva deil motoneurone centralie periferici, con esiti disastrosi per la qualità di vita oltre che per la sopravvivenza. Le conseguenze di questa malattia sono la perdita progressiva e irreversibile della normale capacità di deglutizione (disfagia), dell'articolazione della parola (disartria) e del controllo dei muscoli scheletrici, con una paralisi che spesso arriva alla compromissione dei muscoli respiratori, quindi alla necessità di ventilazione assistita e in seguito alla morte.
Inoltre la SLA solitamente non altera le funzioni cognitive e sensoriali del malato, che è vigile e cosciente. Non esiste una cura nota per la SLA e la sopravvivenza media dall'esordio al decesso può variare dai tre ai quattro anni.
La sedazione palliativa non è autanasia
E' stata creata dall'’Associazione Medica Norvegese, che dopo il "caso Bærum”, in cui un malato di cancro con forti dolori era stato sedato fino alla morte, ha preparato delle linee guida per la terapia nota come “sedazione palliativa per il morente”.
Il paziente terminale, soggetto ad una sofferenza intollerabile, nonostante i trattamenti medici, può e deve aver accesso alla terapia di sedazione, in un quadro clinico, etico e giuridico giustificabile. La vita non è abbreviata dunque dal trattamento perchè la morte sopravviene per la sua condizione patologica.