Gli scienziati svizzeri del Wyss Center di Ginevra potrebbero aver acceso un lume di speranza per poter comunicare con i malati di Sclerosi laterale amiotrofica avanzata che non sono più in grado di parlare o comunicare in alcun modo. Il team ha sviluppato un sistema che permette di leggere i pensieri attraverso l'ossigenazione del sangue nella corteccia cerebrale.

L'importanza della comunicazione

La comunicazione è il processo di esprimere e condividere sentimenti, pensieri e intenzioni mediante processi verbali e non verbali. Ci sono malattie invalidanti che non consentono alcun tipo di comunicazione, è il caso della sclerosi laterale amiotrofica (Sla) nota anche come malattia dei motoneuroni.

I motoneuroni sono cellule cerebrali che si occupano del controllo della muscolatura volontaria come la deglutizione, il respiro e la parola. I pazienti affetti da questa devastante malattia neurodegenerativa progressiva arrivano alla paralisi e a non riuscire più a comunicare. Per questo motivo, tali pazienti vengono definiti completely locked-in state (CLIS), in uno stato completamente "chiuso".

Nonostante anni di ricerca e l'avanzamento tecnologico non è stato possibile trovare un modo per comunicare con questi pazienti se non con dispositivi di assistenza che si basano su segnali non verbali come il movimento delle dita e la fissazione dello sguardo.

Una possibile svolta

Gli scienziati del Wyss Center per la Bio e Neuroingegneria di Ginevra potrebbero aver trovato una soluzione.

Il team ha sviluppato un sistema in grado di misurare e classificare l'ossigenazione e deossigenazione corticale alle domande, a cui si può rispondere con un "si" o un "no", che vengono poste ad un paziente CLIS. Il sistema utilizzato dagli scienziati svizzeri non è invasivo e fa uso di una interfaccia cervello-computer che utilizza la spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso (f NIRS) e un regime di perfezionamento dell'attenzione implicita.

Dei quattro pazienti, affetti da sclerosi laterale amiotrofica avanzata, sottoposti al test tre hanno completato più di 46 sessioni, sviluppate su diverse settimane, e un paziente ha completato 20 sessioni. La classificazione f NIRS delle risposte ha determinato un tasso di risposta corretta superiore al 70 per cento. Alla domanda "sei felice?" tutti hanno risposto di si. Questi sono risultati positivi che potrebbero indicare il primo passo verso lo sviluppo di una comunicazione più elaborata con i pazienti CLIS in attesa che si possa trovare una cura.