Una baby sitter sudamericana, che prestava servizio presso una famiglia di Pordenone, è stata condannata a un anno, con la condizionale, per corruzione di minori. La donna avrebbe compiuto atti di autoerotismo con un aspirapolvere giocattolo della bimba che accudiva. Ad inchiodare la tata sarebbero state le telecamere di videosorveglianza installate in casa dal papà della piccola. I video non lasciano spazio a dubbi: si vede bene la sudamericana che si masturba con il giocattolo. Quando i genitori della piccola, 3 anni, hanno osservato i filmati sono rimasti allibiti.
La baby sitter ha patteggiato la pena
Una storia agghiacciante accaduta nel Pordenonese. Una bambinaia sudamericana, invece di accudire una minore, compieva atti di autoerotismo con un trenino giocattolo. La piccola, fortunatamente, non si è mai accorta di nulla. La baby sitter, dunque, avrebbe evitato di farsi vedere. Non appena ha visto i filmati nauseanti, il padre della bimba ha sporto denuncia ai carabinieri ed ha licenziato in tronco la nurse. Questa, alla fine, ha patteggiato la pena ed ha usufruito della sospensione condizionale. La vicenda, riportata da numerosi quotidiani, ha sconcertato moltissime persone e riaprirà il dibattito sull'opportunità delle tate in un momento di crisi economica.
Sembra che in Italia, da qualche anno a questa parte, sia scoppiata una sorta di 'baby sitter mania'. Nonostante le entrate siano esigue, molte famiglie assoldano bambinaie per occuparsi dei loro figli.
Bambinaia sì, bambinaia no
Non tutti i genitori hanno parenti vicini, a cui possono chiedere di accudire i figli quando sono impegnati.
Ecco, allora, che si rivela fondamentale la figura della baby sitter. C'è chi, però, non lascerebbe mai i propri figli, per molte ore, con un estraneo. Ecco, episodi analoghi a quello avvenuto recentemente nel Pordenonese non fanno altro che distogliere molti genitori indecisi dall'assoldare una o più nurse. Ci sono bambinaie operose e diligenti ma, purtroppo, non si possono escludere disavventure come quella capitata ai genitori di Pordenone.