Con il plauso delle potenti lobby delle armi, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti a maggioranza repubblicana, ha approvato una norma che abolisce i controlli sulla vendita di armi a persone affette da disabilità o disturbo mentale. Con 230 voti a favore e 180 contrari, è passata la proposta di legge per revocare le norme che prevedono controlli prima di consentire l'acquisto di armi a persone con problemi mentali. Perché entri in vigore la nuova legge, dovrà prima passare al Senato, quindi essere firmata dal presidente Donald Trump, ma sarà solo una formalità perché nelle lobby delle armi ci sono i grandi finanziatori ed elettori del magnate.

Armi per tutti, smantellata la riforma di Obama

Questa norma che toglie limitazioni sull'acquisto di armi, smantella la riforma voluta dall'ex presidente Barack Obama. Le disposizioni approvate negli ultimi giorni dell'amministrazione Obama, limitavano la possibilità di accedere alle armi a persone con disturbi psichiatrici, e prevedevano la condivisione di informazioni tra l'agenzia governativa Social Security e il sistema nazionale per il controllo delle armi. Con questo nuovo provvedimento, invece, si ripristina la normativa precedente con il risultato che comprare le armi diventa per chiunque un gioco da ragazzi.

Secondo una stima, erano state circa 75 mila le persone sottoposte a verifiche al momento di acquistare armi in applicazione della riforma Obama.

Ma i parlamentari repubblicani sostengono che la riforma fosse incostituzionale e discriminatoria per persone con problemi mentali, in quanto il disturbo mentale non significa pericolosità sociale. Un disabile psichico ha diritto ad acquistare legalmente una pistola, sia che disponga direttamente dei propri soldi, sia che li gestisca un suo familiare o tutore: questa la convinzione dei repubblicani.

"Se un burocrate inserisce queste persone nel sistema federale di controlli, non è più possibile per loro esercitare il diritto previsto dal secondo emendamento della Costituzione", ha detto il repubblicano Bob Goodlatte, membro della camera dei rappresentanti.

Armi in vendita, un punto a favore della National Rifle Association

Il provvedimento dei repubblicani segna un punto a favore della National Rifle Association, la potentissima lobby americana delle armi che finanzia battaglie politiche e sposta grandi quantità di voti alle elezioni. Essa è alleata della Casa Bianca gestione Trump, e non aspettava altro che il Congresso 'rottamasse' il regolamento di Obama a favore del diritto di chiunque ad avere una pistola. "E' il nostro momento per andare all'attacco", è il commento della Nra.

L'organizzazione sottolinea che il possesso e porto delle armi da fuoco per i cittadini rispettosi della legge è un diritto civile, un diritto costituzionale previsto dal secondo emendamento, e in nome di questo diritto ha fatto molte battaglie e bloccato leggi 'proibizioniste'.

"La decisione del Congresso è un significativo passo avanti nella protezione di un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione per i possessori di armi rispettosi della legge - ha detto Chris W. Kox, direttore esecutivo della Nra - abbiamo combattuto questa norma incostituzionale dalla prima volta che è stata discussa".

Libero accesso alle armi, un grave ritorno indietro

Chi invece, come la rappresentante democratica di New York, Carolyn Maloney si batte perché la vendita delle armi sia controllata e limitata, teme le conseguenze di questa nuova legge in un Paese in cui le stragi di massa compiute da persone con disturbi psichiatrici sono purtroppo frequenti: "Siamo tornati indietro, non dovremmo abrogare le norme sulla sicurezza delle pistole che invece dovrebbero essere rafforzate - ha detto in una dichiarazione - la violenza armata è un'epidemia in questo Paese e non abbiamo fatto niente nel Congresso da che i repubblicani nel 2011 hanno preso la maggioranza alla Camera".