Una volta queste cose succedevano soltanto al Sud. Dicevano così, che la Mafia era un fenomeno "terrone" che ha le sue radici nel Mezzogiorno. Adesso queste cose non si sentono più e il fenomeno atavico che caratterizzava le regioni meridionali ha esteso i propri tentacoli ovunque. Notizia dell'ultima ora è lo scioglimento del comune di Lavagna, siamo in Liguria, per infiltrazioni mafiose.

L'inchiesta aveva condotto ai domiciliari l'allora sindaco Sanguineti

L'operazione denominata "Conti di Lavagna" era partita a giugno, conducendo agli arresti domiciliari l'allora sindaco Giuseppe Sanguineti, con lui l'ex parlamentare Gabriella Mondello e l'ex consigliere comunale Massimo Talerico.

Ci fu il commissariamento dell'Ente che, per non bastare, vide altri componenti indagati e fermati. Per loro le accuse sono di usura, estorsione e traffico di stupefacenti. Facendo un balzo di alcuni mesi e ritornando all'avvio delle indagini, finirono in manette anche otto persone. Parliamo di 'ndrangheta e loro sono considerati presunti affiliati del clan calabrese Rodà-Casile di Condofuri, paese vicino a Reggio Calabria. Adesso è arrivata la decisione del Consiglio dei Ministri: il Comune di Lavagna è stato sciolto per condizionamento mafioso.

Su Wikimafia l'elenco dei comuni sciolti per mafia dal 1991

I numeri sono davvero impietosi, con 258 Consigli comunali sciolti per infiltrazione mafiosa, di cui 14 annullati dopo un ricorso.

Questo compare sul sito internet Wikimafia, dove l'elenco parte da Casandrino e Taurianova, rispettivamente in provincia di Napoli e Reggio Calabria, per arrivare al Comune di Brescello, il paese dei film di Peppone e don Camillo in provincia di Reggio Emilia. Al Nord dunque. E settentrionali sono anche i comuni piemontesi di Bardonecchia, Leinì, Rivarolo Canavese, i comuni liguri di Bordighera e Ventimiglia, anche se sono tra quelli annullati dopo un ricorso, e inoltre il comune lombardo di Sedriano.

Presente anche la regione laziale con Nettuno e Ostia. Massiccia consistenza invece per i comuni pugliesi, anche se a contendersi il primato di questa spiacevole classifica sono la Sicilia, la Calabria e la Campania.