La ‘Milano da bere’ del sindaco Pd Giuseppe Sala (a sua volta indagato per gli appalti Expo) sarebbe divenuta preda di cosche mafiose siciliane e clan di ‘ndrangheta calabresi. Sono questi i risultati di due inchieste parallele condotte dalla Procura di Reggio Calabria e da quella Antimafia del capoluogo meneghino. La svolta nell’inchiesta sulle, già note da tempo, infiltrazioni della criminalità organizzata all’Ortomercato è arrivata giovedì 26 gennaio quando, alle prime luci del mattino, i carabinieri di Milano hanno arrestato, su ordine dei pm reggini Federico Cafiero de Raho e Gaetano Paci, il boss Antonio Piromalli, leader dell’omonima cosca Piromalli-Bellocco di Rosarno.

Il ‘figlio d’arte’ Piromalli jr è accusato di tirare i fili illegali della gestione di uno dei più grandi mercati ortofrutticoli d’Europa. Sul fronte mafia, invece, i pm Ilda Boccassini e Paolo Storari hanno disposto il commissariamento di parte della Fiera di Milano spa per i sospetti di infiltrazione da parte degli uomini del clan del superlatitante Matteo Messina Denaro.

Inchieste scottanti e clamorose sulle quali, però, è scattata la mannaia dell’oblio mediatico. Con le sole, eccellenti, eccezioni del Fatto Quotidiano (che oggi pubblica un articolo sulla vicenda a firma Gianni Barbacetto) e del Corriere della Sera. Quest’ultimo, il 29 gennaio scorso, ha pubblicato un pezzo di Giangiacomo Schiavi in cui si denuncia il “vuoto di legalità in cui sguazzano i clan” in quella che il presidente Anac, Raffaele Cantone, aveva improvvidamente definito la “Capitale morale” d’Italia.

I particolari delle due inchieste

Per quanto riguarda l’arresto di Piromalli, i magistrati calabresi spiegano che il rampollo della ‘ndrangheta “aveva assunto il controllo dell’Ortomercato attraverso la creazione di una complessa rete di imprese e l’ausilio di una serie di affiliati e fiancheggiatori”, allo scopo di “dominare il mercato ortofrutticolo di Milano” con l’aggravante del metodo mafioso. Da qui gli uomini di Rosarno si sarebbero lanciati alla conquista economica del mondo. Non solo traffico di cocaina, ma anche olio contraffatto, agrumi e capi di abbigliamento. Da ricordare che la società Sogemi, controllata al 99,9% dal Comune di Sala e incaricata di gestire l’Ortomercato, era già stata implicata nel 2007 nell’inchiesta che portò all’arresto di un altro personaggio di spicco della ‘ndrangheta: Salvatore Morabito.

L’inchiesta dell’Antimafia milanese che ha portato al parziale commissariamento della Fiera, aveva prodotto i primi 11 arresti già nel luglio 2016. Sospettato numero uno è Giuseppe Nastasi, amministratore del Consorzio Dominus, ritenuto uno strumento nelle mani dello storico latitante trapanese (dal 1993) Matteo Messina Denaro. Lo stesso Consorzio, secondo i pm, sarebbe riuscito ad aggiudicarsi, insieme ad altre cosche di ‘ndrangheta, anche alcuni subappalti di Expo.