“Querelo di nuovo Buzzi”, aveva fatto sapere il 21 marzo scorso Nicola Zingaretti, il presidente della Regione Lazio in quota Pd, tirato in mezzo da Salvatore Buzzi nel corso della sua deposizione durante il processo al Mondo di mezzo. Probabilmente, viste le rivelazioni fatte dal ‘Rosso’ di Mafia Capitale durante il dibattimento che si sta svolgendo nell’aula bunker di Rebibbia, di querele ne arriveranno presto altre. Il primo a sentirsi in imbarazzo potrebbe essere lo storico esponente veltroniano, Goffredo Bettini, destinatario, secondo Buzzi, di finanziamenti per circa 25 mila euro da parte della cooperativa 29 giugno.

Niente di illegale comunque, almeno per il momento. Ma la ‘gola profonda’ della cooperazione romana ricostruisce anche i rapporti idilliaci tenuti dai ‘compagni’ delle coop sociali con le giunte di Francesco Rutelli (1993-2000) e di Walter veltroni (2001-2008). Buzzi racconta anche della sua presunta lotta contro l’amministrazione guidata da Gianni Alemanno (2009-2013) per ottenere l’affidamento degli appalti, fino a quel momento considerato sicuro.

La versione di Buzzi

“Confermo e me ne assumo tutta la responsabilità: gli abbiamo dato 24.700 euro più una cena che non so quantificare”, dichiara Buzzi sul conto di Bettini, collegato in videoconferenza con Rebibbia dal carcere di Tolmezzo. I contatti con esponenti veltroniani e rutelliani erano così frequenti e fruttuosi perché, continua il ‘Rosso’, “i rapporti con le giunte Rutelli e Veltroni erano ottimi, eravamo la cooperativa sociale di riferimento.

Buzzi ricorda di essere stato l’ispiratore di un “movimento di cooperative sociali” che era riuscito ad aggiudicarsi affidamenti per 8 milioni di euro regnante ‘Uolter’. All’epoca vigeva una sorta di “divisione del mercato” e alle coop “venivano affidate tutte le aree di pregio e le tenevamo davvero bene”.

Poi, ricostruisce il rapporto avuto con Mario Di Carlo, divenuto presidente di Ama (la municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti) con l’avvento di Rutelli in Campidoglio nel 1993.

“Guarda, io non ti do il pesce, ti do la canna da pesca, se tu riesci a pesca’ bene, sennò mori de fame”, gli avrebbe promesso in vernacolo romano Di Carlo, facendo riferimento ad un presunto aiutino concesso per vincere le gare indette da Ama.

Interessante anche il racconto del passaggio dai ‘comunisti col Rolex’ ai ‘fascisti con la celtica’ tra il 2008 e il 2009.

“Eravamo preoccupati per il sistema - ricorda Buzzi - quindi ci rivolgemmo al sindaco Veltroni e chiedemmo che le cooperative fossero messe in sicurezza”. Come? Facendo in modo di favorire le sue cooperative nelle gare sia che avesse vinto Rutelli, sia che a salire in Campidoglio, come poi avvenne, fosse stato Alemanno. Le 41 cooperative, come previsto, si aggiudicarono gli 80 lotti messi in palio, ma la giunta ‘nera’ bloccò tutto annullando le assegnazioni per favorire, dice Buzzi, le imprese aderenti a Federlazio. È a quel punto, aggiunge Buzzi rivendicando una presunta “lotta compatta contro l’amministrazione Alemanno”, che molti compagni scoprono di avere un “nonno di sinistra”. Solo 12 coop rimangono sul piede di guerra, fino alla ‘vittoria’ ottenuta con l’ottenimento dell’indizione di “una gara molto grande aperta a tutte le imprese di Roma”. Di alleanza con il ‘Nero’ Massimo Carminati nemmeno l’ombra. Ma questa secondo Buzzi è un’altra storia.