Una tragedia è accaduta nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Santorso. Un uomo di 63 anni ricoverato nel nosocomio è rimasto vittima di un incendio che è divampato nella sua stanza singola. Stando alle prime ricostruzioni l'uomo si sarebbe addormentato con la sigaretta accesa, lasciandola cadere sul letto, il quale ha preso immediatamente fuoco. Il paziente accortosi dell'incendio ha iniziato ad urlare mettendo in allarme i sanitari del turno di notte, purtroppo non sono riusciti a prestare soccorso per l'enorme quantità di fumo che ormai riempiva l'intero reparto.
Poco dopo sono arrivati sul posto i vigili del fuoco che hanno domato l'incendio e hanno messo in sicurezza l'intero reparto. L'uomo è rimasto ucciso dalle gravi ustioni e per asfissia causata dal fumo causato dalla combustione. Immediatamente la procura di Vicenza ha aperto un'indagine per fare chiarezza sull'accaduto.
Cosa accadete quando si muore per asfissia?
L'asfissia o soffocamento è provocata da carenza di ossigeno nel sangue dovuta all'ostruzione delle vie respiratorie: i polmoni faticano ad immettere aria nel sangue e di conseguenza l'organismo non è in grado di smaltire l'eccessiva anidride carbonica. Il meccanismo di asfissia si concretizza tramite vari livelli successivi, simili a quelli che accadono nel decesso per annegamento.
Un'altro tipo di morte per asfissia non violenta può verificarsi in modo molto acuto (per carenza immediata di aria in uno spazio chiuso come, ad esempio, un difetto al sistema di areazione o per esempio per l'occlusione d'aria nella maschera da palombaro), o altrimenti in un modo cronico (quando è provocato da un lungo periodo di tempo chiusi in un locale dove il ricambio d'aria è scarsissimo).
In ogni caso sia per soffocamento da fumo o da costrizione se non si intervenire in tempo la mancanza d'aria porta rapidamente all'incoscienza, nella fase successiva il cervello rimasto per troppo tempo senza aria subirà dei gravi danni cerebrali. Dopodiché avviene la morte.