Se la vittima di uno stupro non grida è meglio per l'aggressore, perché probabilmente non verrà condannato. E' questo, in soldoni, quello che si evince da una sentenza pronunciata recentemente dal tribunale di Torino. Un 46enne è stato assolto 'perché il fatto non sussiste'. Per la magistratura, il fatto che la vittima non abbia gridato fa ritenere che nessun reato è stato commesso, quindi niente pena per l'aggressore. Il tribunale ha aggiunto che la donna, in occasione della testimonianza, era troppo vaga: non ha mai parlato di sensazioni provate generalmente dalle vittime delle violenze sessuali.

La donna dovrà rispondere di calunnia

Il giudice Diamante Minucci si domanda perché quella donna non aveva urlato, pianto e respinto l'uomo che la stava stuprando. Il sostituto procuratore Marco Sanini aveva chiesto una condanna a 10 anni di reclusione per lo stupratore 46enne, sottolineando che il silenzio della donna era chiara espressione di una condizione di timore e dolore. Per Sanini è inammissibile assolvere uno stupratore solo perché la vittima non aveva urlato. Il tribunale di Torino, però, ha assolto il 46enne perché non si sarebbe trattato di stupro ma di rapporto consenziente. Brutto colpo per una donna che, oltre a sopportare una sentenza dolorosa, deve anche rispondere di calunnia.

L'uomo accusato di violenza sessuale ha dichiarato che lui è la vera vittima della vicenda, visto che la pesante accusa ha danneggiato non solo la sua reputazione ma anche le relazioni familiari e la vita lavorativa.

I giudici non le hanno creduto

Una donna adesso è frustrata e si sente umiliata per la decisione dei giudici.

L'unica sua colpa è stata quella di aver detto solo 'basta' all'uomo che la stava stuprando. Doveva urlare a squarciagola e respingere il 46enne. L'episodio risale al 2011 ed è avvenuto in ospedale. La donna, una dipendente del nosocomio, aveva detto di essere stata molestata molte volte da un autista barelliere. Questo, alla fine, l'avrebbe stuprata. I giudici non hanno creduto alla vittima dello stupro e, alla fine, hanno assolto il 46enne. Gli avvocati della donna hanno già reso noto che impugneranno il verdetto in Appello.