Il presunto attentatore degli Champs-Elysée, che ha ucciso un poliziotto e ferito altri due, è stato identificato: si chiamava Karim Cheurfi, aveva 39 anni e aveva vissuto nelle periferie di Parigi ed era già noto all'intelligence francese come "individuo radicalizzato". Secondo la trasmissione BFMTV, l'uomo era già stato condannato per quindici anni di reclusione per aver sparato a due gendarmi nel 2001. Il giornale francese Le Parisien ha affermato sono stati trovati i documenti di Karim nell'Audi A4 di color grigio-argento e all'interno di essi è presente un dato molto rilevante: una condanna a 23 anni di carcere nel 2003 con pena ridotta a 5 anni per aver tentato l'omicidio di tre uomini più due agenti di polizia a Roissy-en-Brie due anni prima.

L'antiterrorismo sta perquisendo nell'abitazione del killer

I servizi antiterroristici stanno perquisendo l'abitazione del presunto attentatore nella zona di Seine-et-Marne mentre all'interno dell'automobile sarebbero stati trovati dei coltelli, un fucile a pompa e lettere scritte a mano indirizzate alla Dgsi, i servizi per l'informazione, del commissariato di Lagny nella periferia vicina a dove aveva vissuto il killer. Secondo i media, all'interno della stessa macchina c'erano un Corano e messaggi indirizzati all'Isis, cosi come le lettere scritte per sostenere lo Stato dell'Islam sarebbero ritrovati vicino al cadavere della vittima. I servizi di antiterrorismo francesi stanno interrogando tre persone in stato di fermo molto care al killer, forse addirittura parenti.

Youssef El Osri, estraneo all'attentato degli Champs-Elysée a Parigi

Tra tante notizie contraddittorie e smentite di ieri sera, si ipotizzava che il presunto attentatore abbia avuto un complice jihadista originario del Belgio. Le autorità francesi avevano sospettato di un certo Youssef El Orsi di aver ucciso il poliziotto francese Xavier Jegelé e di aver ferito gravemente altri due uomini.

Quest'ultimo si era presentato volontariamente al commissariato di polizia di Anversa, in Belgio per smentire le seguenti accuse. "Non esiste alcun legame tra il nostro Paese e l'attentato terroristico agli Champs Elysée", ha dichiarato Jan Jambon, ministro degli interni del Belgio.

È intervenuto anche Koen Geens, ministro della Giustizia che ha affermato: "Questa circostanza è stata valutata. Ma il sospettato si è consegnato e il caso è chiuso".