Il bidet, questo sconosciuto oltreoceano e non solo, sbarca finalmente negli Stati Uniti. Il sanitario più amato dagli italiani conquista l'America. Se Sigmund Freud a inizio '900 portò nel 'nuovo mondo' la psicoanalisi come fosse la peste, il design made in Italy sta portando in quelle 'lande', tra grattacieli e praterie ma forse anche alla Casa Bianca, l'igiene. Potere dei viaggi in Italia degli americani. Dopo gli spaghetti, la pizza, l'olio, il vino, l'abbigliamento e compagnia bella, stavolta gli yankee si sono invaghiti di questo oggetto, per loro misterioso quanto sorprendente, lo strano lavandino basso, fino a desiderare, finalmente, di averlo in casa.
Al punto che l'export italiano ha finalmente una boccata d'ossigeno. E anche per gli italiani all'estero, d'ora in poi la vita sarà più 'gradevole'.
Con 300 anni di ritardo in Usa scoppia la bidet-mania
La questione è così avvincente, coinvolgente e decisiva che ha destato l'attenzione persino del nostro ex presidente del consiglio, Matteo Renzi, il quale ha creduto doveroso segnalare con un tweet il nuovo fenomeno in corso: le esportazioni di settore del design made in Italy stanno 'rifiatando' grazie al sanitario che sta diventando popolare nel mondo a stelle e strisce, non solo tra donne e uomini oltre i 50 anni ma anche tra i cosiddetti Millennials, le generazioni più giovani. Il boom delle vendite oltreoceano del bidet è confermato da storiche aziende del settore quali la Kerasan e la Pozzi Ginori, mentre da noi sta prendendo 'piede' il wash-let, wc con sanitario incorporato di invenzione giapponese che è vantaggioso in spazi piccoli o piccolissimi.
Il #bidet conquista gli Stati Uniti. Vendite record, mentre da noi sempre più famiglie scelgono il wc alla… https://t.co/JwKuFp3e6h pic.twitter.com/MOEW7MSzER
— Matteo Renzi News (@renzi_news) 22 aprile 2017
E così finalmente, a distanza di 300 anni e passa dalla sua invenzione, gli americani scoprono l'acqua calda, ovvero l'importanza di curare l'igiene intima dotandosi nel bagno di casa loro di questo fondamentale accessorio che tiene lontane infezioni batteriche e malattie urinarie di vario genere.
Il boom è dovuto a motivazioni non solo di carattere igienico, ma anche economico: l'assenza del bidet, infatti, comporta maggior spreco di carta igienica, fino a 40 rotoli all'anno a persona, ma anche di acqua utilizzando a dismisura la doccia, se è l'unica opzione presente in bagno.
Piccola storia del bidet
D'uso comune nel nostro paese, dove per decreto ministeriale è obbligatorio dal 1975, al punto che vantiamo il primato d'essere il paese con la maggior diffusione del bidet al mondo e abbiamo l'orgoglio d'essere, almeno da questo punto di vista, puliti; sconosciuto finora in tanti paesi del mondo, a cominciare da Gran Bretagna e USA, il sanitario deve il suo nome alla parola francese che significa pony, proprio per la posizione fisica che richiede, simile a quella che si assume cavalcando un cavallo di piccola taglia.
E la Francia è anche il paese d'origine di questo accessorio da bagno dove però ha perso un pò in popolarità, essendo assai meno diffuso rispetto all'Italia, seguita da Grecia, Portogallo, Germania, Brasile, alcuni paesi sudamericani e mediorientali. La data ufficiale della sua nascita è il 1710 quando il suo probabile inventore, Christophe Des Rosiers lo installò negli alloggi della famiglia reale francese. Ma dall'iniziale collocazione alla reggia di Versailles a quella nelle case di appuntamento, il passo fu breve. Catalogato come oggetto da bordello e misura di salvaguardia dalle malattie veneree, sul bidet gravò nel mondo anglosassone un pregiudizio per questioni morali che spiega la sua assenza nel Regno Unito e negli Usa. Il puritanesimo lo mise al 'bando'. Ora invece negli Usa è sdoganato e presto conquisterà la White House.