L'anno scorso, in una sala operatoria dell'ospedale Di Venere di Bari, due medici iniziarono a litigare. L'oggetto della disputa era proprio quella sala operatoria. Una donna doveva sottoporsi a un cesareo programmato ma le due sale operatorie di ostetricia erano occupate; quindi venne condotta in quella del reparto di Chirurgia generale. I sanitari, però, battibeccarono perché, in tale sala, era in programma un intervento per un'appendicite, eseguito dopo tre ore. Fatto sta che quella sala non venne usata per diverse ore, un ritardo che è costato la vita a una bimba, soffocata dal cordone ombelicale.

Nessun accordo sull'utilizzo della sala ospedaliera

A distanza di un anno da quel triste evento, chiara testimonianza del fatto che, qualcosa, nella sanità italiana va cambiata, sono stati notificati otto avvisi di fine indagini. I destinatari sono infermieri e medici che, secondo la Procura di Bari, sarebbero responsabili del ritardo che una bimba ha pagato con la vita. Quando la 37enne Marta Brandi (la partoriente) arrivò all'ospedale barese, le due sale operatorie di ostetricia erano occupate. Subito, allora, i sanitari pensarono di farla partorire nella sala operatoria del reparto di Chirurgia generale. Una volta arrivata lì, però, scoppiò il litigio tra i due medici: ognuno si combatteva quella sala.

Intanto il tempo passava e la piccola, a un certo punto, è stata strozzata dal cordone ombelicale. La tragedia risale allo scorso 30 aprile. I due medici non riuscirono ad accordarsi sull'utilizzo del locale ospedaliero. Quel ritardo, secondo la Procura di Bari, fu fatale per la piccola.

Episodio simile a quello avvenuto a Messina

Marta Brandi, l'anno scorso, arrivò al Di Venere di Bari per un cesareo d'urgenza. Il ginecologo, visto che le due sale operatorie di ostetricia erano occupate, pensò a quella di Chirurgia generale, non sapendo che anche in tale location fosse programmato un intervento di appendicite.

I due medici iniziarono a litigare e il tempo scorreva. Il ritardo, per l'accusa, è stato disastroso. La Procura sostiene anche che nessuno fece presente ai due chirurghi l'urgenza dell'intervento a cui doveva sottoporsi la signora Brandi. Questa partorì un'ora dopo ma la piccola era esanime: il cordone ombelicale la strozzò. Un episodio simile accadde a Messina, dove un neonato e sua madre sfiorarono la morte a causa di un violento diverbio tra due medici. La Procura di Bari non ha dubbi: se quel ritardo non ci fosse stato, la figlia della signora Marta non sarebbe morta.