Maxi blitz della polizia di Reggio Calabria quest'oggi 18 aprile. Il Gip della città capoluogo della Calabria ha emesso una sentenza di custodia cautelare in carcere per 19 soggetti già fermati il marzo scorso. Gli arrestati, facenti parte e collaboratori di una struttura a stampo 'ndranghetitisco, erano in grado di far giungere sulle coste della regione italiana cocaina per la quantità di quasi 3 quintali: 100 milioni di euro il valore sul mercato di spaccio. La droga proveniva dalle coste del Sud America dove, i malavitosi in contatto con le cosche calabresi, intrattenevano con questi ultimi un giro d'affari internazionale illecito, coinvolgendo anche al loro interno professionisti calabresi e persone insospettabili.

3 quintali di cocaina

Le forze dell'ordine calabresi hanno condotto il maxi sequestro al porto di Livorno. Qui infatti le cosche intrattenevano le loro attività malavitose con il Sud America. Spaccio internazionale l'accusa. La cocaina, una volta giunta via mare al porto Toscano, veniva rivenduta sul mercato italiano in grandi quantità a soggetti minori, tra cui anche un pediatra, che la rivendevano al consumatore finale. La 'ndrangheta provvedeva anche allo smercio della stessa in tutta Europa, conducendo il gioco per svariati milioni di euro. Un sodalizio malavitoso tra i maggiori esponenti vicini ai Bellocco di Rosarno, Molè-Piromalli di Gioia Tauro, Avignone di Taurianova e Paviglianiti, operanti della costa calabrese affacciata sul Mar Ionio.

Maxi sequestro

Oggi 18 aprile le Fiamme Gialle della sezione Goa del Gico di Catanzaro, con il supporto del Secondo Reparto del comando generale e della Dcsa, hanno provveduto al sequestro che ha posto fine alle indagini. 300 kg di cocaina rinvenuta al porto di Livorno. La refurtiva, dal valore di 100 milioni di euro, ha condotto gli agenti a scoprire svariati collaboratori insospettabili nella criminosa attività.

Questi ultimi compravano dalle cosche grandi quantità di stupefacenti. I trafficanti ricevevano in questo modo ingenti somme di denaro da soggetti esterni alla malavita, i quali conducevano i propri affari facendo fare il lavoro sporco alle cosche 'ndranghetistiche. La droga, una volta giunta al porto di Livorno, veniva fatta scomparire nascosta in container attraverso la collaborazione di un soggetto impiegato alla sicurezza, in contatto con le cosche. I soggetti arrestati operavano in Calabria, Toscana, Lombardia, Sicilia e Campania. 3 quintali la merce sequestrata, 100 milioni di euro il valore sul mercato.