Nata e cresciuta a Bologna, voleva un look occidentale né più né meno come le sue coetanee, compreso poter girare a testa alta e scoperta senza l'obbligo di portare il velo e di dover sottostare a divieti religiosi che riteneva assurdi. Per questo un'adolescente di 14 anni originaria del Bangladesh si levava il velo quando usciva di casa per poi rimettterselo al ritorno.

Ma per i genitori musulmani integralisti, i capelli scoperti erano simbolo di vanità, di pericolosa contaminazione con il corrotto Occidente, pur vivendo da molti anni in Italia.

Scoperta dalla mamma, è stata sottoposta a punizione estrema: rasata a zero.

Capelli rasati, la mobilitazione della scuola

L'adolescente frequentava una scuola media a Bologna. Gli insegnanti che giovedì scorso si sono accorti che era stata rasata a zero, le hanno chiesto la motivazione di quel taglio a dir poco 'rigoroso': non c'è voluto molto perché spiegasse tra le lacrime l'accaduto. Non vedeva l'ora di poter finalmente raccontare le vessazioni subite in famiglia.

La dirigente scolastica, capita la gravità della situazione, ha presentato un esposto ai carabinieri di Borgo Panigale: sono state avviate le indagini e i genitori della ragazzina sono stati denunciati per maltrattamenti in famiglia.

I servizi sociali, d'intesa con la Procura, hanno allontanato la ragazzina insieme alle sorelle dalla famiglia e trasferita in una struttura protetta.

L'indagine è condotta sia dalla Procura ordinaria che da quella per minori. Alla 14 enne le è stato spiegato che è stata costretta a sottostare ad obblighi frutto di convinzioni culturali e religiose che in Italia non valgono, ed è libera di tenere i capelli come meglio crede.

Violenze psicologiche

La ragazzina non avrebbe subito violenze fisiche ma psicologiche in forme di insulti, rimproveri, divieti, oltre a quello di uscire e di dare confidenza a coetanei maschi. Simile caso capitato qualche mese fa a una studentessa di Udine che è stata picchiata dalla mamma perché non portava il velo a scuola.

L'imposizione del velo in famiglia, riguardava anche le due sorelle più grandi e le indagini in corso mirano a stabilire se amche verso di loro ci siano stati maltrattamenti psicologici.

"La preside ha fatto bene a fare la denuncia in Procura", ha commentato il sindaco di Bologna, Virginio Merola, sottolineando che se si vuole essere italiani bisogna adattarsi alle leggi italiane, rispettare la Costituzione e che questo è un caso di di 'autoritarismo familiare', un po' come accdeva in Italia negli anni '70.

La condanna della comunità islamica

Yassine Lafram, coordinatore della comunità islamica di Bologna, prende le distanze e condanna i genitori della ragazza dicendo: "non c'è nulla di religioso in quel gesto.

Qualsiasi imposizione di qualsiasi tipo è assolutamente contraria alla nostra fede".

Resta il fatto, poi, che in Occidente si può professare qualsiasi religione, ma i cittadini di ogni provenienza, credo ed etnia, devono rispettare le leggi vigenti. Tra le ultime entrate in vigore, in Olanda è stata approvata una legge che vieta l'uso del burqua. E una recente sentenza della corte di Giustizia europea consente di vietare l'uso del velo sul luogo di lavoro.