Si conclude la ricerca di un gruppo di ragazzi che in una comune serata, avevano prima insultato e poi picchiato all'uscita di una discoteca milanese, due giovani gay. Le vittime dell'aggressione, avvenuta circa 5 mesi fa, avevano postato in seguito all'episodio un post su facebook in cui apparivano i loro volti tumefatti. Gli inquirenti dopo mesi di indagine sono riusciti a trovare i responsabili di questa aggressione presumibilmente a scopo omofobo e hanno emesso delle ordinanze di custodia cautelare nei confronti del gruppo composto da 8 ragazzini di età compresa tra i 15 e i 19 anni.
Essi sono accusati di lesioni personali e rapina ai danni proprio di Michele e Marcello, i due ragazzi gay di 20 e 25 anni.
Cosa è accaduto quella notte?
Le due vittime hanno raccontato di essere stati aggrediti, senza alcun motivo, prima di salire in auto la notte del 22 gennaio, in zona porto di Mare. Secondo i due a determinare l'assalto del branco sarebbe stato un contatto, avvenuto per sbaglio, in discoteca. Insomma un semplice spalla a spalla che ovviamente in un contesto affollato accade facilmente. A quanto pare però proprio da quel contatto sarebbero iniziati gli insulti a cui hanno fatti seguito le azioni. Il branco, dicono i due ragazzi, si sarebbe accanito su loro con offese omofobe, calci e pugni davanti allo sguardo inerme della gente che assisteva alla scena.
Un amico delle due vittime, che ha assistito alla scena, racconta che uno degli assaliti è stato colpito con una bottiglia in faccia per rubargli portafogli e telefono, mentre l'altro ha ricevuto un pugno in pieno volto.
Ai due, finita l'aggressione non è rimasto che rifugiarsi in auto e chiedere aiuto. Il rammarico dei due ragazzi è rappresentato soprattutto dal fatto che nessuno sia intervenuto per aiutarli né durante né dopo l'aggressione per chiedere se essi avessero bisogno di aiuto.
Non è la prima volta che avviene un'aggressione brutale ai danni di due ragazzi gay e che la gente che assiste alla scena non fa nulla per difenderli. C'è da domandarsi se chi non è intervenuto non lo abbia fatto per effettivo timore di essere coinvolto oppure effettivamente nella società ci sia ancora un atteggiamento di ostilità nei confronti degli omosessuali che in queste occasioni si manifesta. Nella speranza che non sia così ci auguriamo venga fatta giustizia per Michele e Marcello e che possano vivere la loro vita in totale serenità.