Ieri sera, alla vigilia dell'incontro tra il presidente americano Donald Trump e Papa Francesco, gli attivisti di Greenpeace arrivati vicino al Vaticano muniti di tir e proiettore. Sono arrivati in via della Conciliazione, all'altezza di via della Traspontina e da qui hanno illuminato il cupolone di S. Pietro con una scritta a lettere cubitali: "Planet Earth First", in risposta allo slogan di Trump, "America First". L'azione è durata una decina di minuti, prima che la Polizia bloccasse gli attivisti e identificasse tutti gli otto presenti. La Questura ha dichiarato che gli agenti “tenuto conto della non pericolosità dell’iniziativa, hanno tollerato e tenuto sotto controllo, solo per pochi istanti, per poi procedere a loro carico, previa identificazione di tutti i presenti”.

Il comunicato di Greenpeace

Greenpeace, in un comunicato a seguito dell'azione di protesta, ha dichiarato: “prima dell’incontro con il Papa abbiamo voluto consegnare questo messaggio a Trump, convinti che la sua prima priorità debbano essere le persone e il pianeta, non il profitto di chi inquina. Il presidente non può fermare la transizione verso fonti di energia pulita e deve invece accelerarla”. L'ONG ambientalista ha sicuramente ragione: le politiche ambientali di Trump sono decisamente preoccupanti. Il presidente sembra più intenzionato a favorire le aziende petrolifere e del carbone che a salvaguardare il nostro pianeta. Trump ha infatti annullato le leggi di Obama a protezione del clima: gli Usa sono il secondo emettitore di gas serra al mondo, superati solo negli ultimi anni dalla Cina.

"I cambiamenti climatici sono la minaccia che più tocca la nostra generazione, per questo i veri leader mondiali si stanno impegnando per salvaguardare il nostro futuro. Trump non può sfuggire a questa responsabilità rinnegando l’impegno degli Stati Uniti preso a Parigi”, spiega Jennifer Morgan, direttore esecutivo di Greenpeace International.

"Nella 'Laudato Si’ sulla cura della casa comune”, promulgata il 18 giugno 2015, la prima enciclica sull’ambiente, Papa Francesco identificava la lotta ai cambiamenti climatici come priorità, affermando anche che “i combustibili fossili, altamente inquinanti – specialmente il carbone, ma anche il petrolio e, a un livello minore, il gas – devono essere sostituiti gradualmente e senza ritardi”.

Trump rispetterà gli accordi sul clima?

Nelle prossime settimane Trump dovrà decidere se gli Stati Uniti continueranno a far parte dell’Accordo di Parigi sul clima, patto sottoscritto già da 200 Paesi impegnati a contenere il riscaldamento del pianeta entro 1,5 gradi Celsius. Il 71% degli americani chiede che gli Usa non si tirino indietro. In vista del G7 che si apre dopodomani a Taormina, Greenpeace chiede anche un impegno chiaro di tutti gli Stati per dare piena attuazione all’Accordo di Parigi.