La notizia è del 25 gennaio: una delegazione di attivisti di Greenpeace, ha avviato una protesta attraverso l'uso di banner con la parola "resist" in riferimento alle nuove iniziative del neo presidente americano.

La storia ci parla degli Stati Uniti come di una terra forte, che nel bene e nel male è sempre riuscita a raggiungere i suoi obiettivi superando ostacoli di qualunque tipo, a qualunque costo. Con una forte identità nazionale, pur nelle inevitabili differenze legate alla federazione degli Stati ha sempre portato a sé milioni di identità differenti.

Ma questo nuovo presidente sta riuscendo, in breve tempo, a creare delle distanze tra i cittadini. E lo fa intervenendo su più fronti, non solo con le manovre di discriminazione nei confronti dei musulmani (Muslim Ban) ma anche con i provvedimenti in materia di ambiente.

Le iniziative ambientali

È cosa nota che il presidente uscente, Obama, avesse posto un freno al progetto dell'oleodotto Dakota, oltre che aver raggiunto un accordo con il presidente canadese Trudeau sulle trivellazioni e sull'uso degli airgun nell'Artico e lungo la Costa Atlantica statunitense.

Trump, che considera il problema del riscaldamento globale un'esagerazione e non un concreto e drammatico risultato delle opere dell'uomo, non solo ha riavviato immediatamente le procedure per la costruzione dell'oleodotto, ma ha anche dichiarato di volere rilanciare le attività dell'industria petrolifera e l'utilizzo dei combustibili fossili.

Inoltre, il presidente ha provveduto a cancellare parte del programma imposto da Obama, ossia il "Clean Power Act" che imponeva una limitazione sulle emissioni gassose, e sembrerebbe intenzionato a venire meno agli accordi sul clima raggiunti a Parigi. Anche alcuni degli animali finora considerati specie a rischio di estinzione, tra cui il lupo grigio, potrebbero risentire delle iniziative di questa amministrazione, che considera la loro tutela uno spreco di risorse.

Greenpeace, ma anche altre note associazioni quali quella del National Geographic, e la stessa figlia di Obama (che all'età di 18 anni ha ritenuto indispensabile prendere posizione partecipando a diverse iniziative contro la costruzione dell'oleodotto) sono solo una parte delle iniziative vive. In tanti, quindi, tentano di ribellarsi a questa nuova amministrazione, che ha in breve tempo diviso quella forza mondiale che fonderebbe le sue origini su un senso di unione e di democrazia.