Il gioco mortale Blue Whale (letteralmente "Balena Blu") ha già causato centinaia di vittime. Si tratta di una macabra prova di coraggio che sta dilagando soprattutto tra i giovanissimi e che ha avuto origine in Russia dilagandosi poi a macchia d'olio in molti altri paesi del mondo tra cui, sembra, anche l'Italia.
Di cosa si tratta?
I ragazzi, soprattutto più piccoli e quindi maggiormente vulnerabili, vengono adocchiati da un "curatore" ovvero una persona che provoca loro stati di alta tensione, paura e sofferenza. Tramite conversazioni e chattate, le piccole vittime vengono incanalate nell'inutilità della vita e nella gioia di morire attraverso una serie di prove di coraggio - una prova per ogni giorno diverso fino ad arrivare a 50.
Tra le diverse (macabre) prove troviamo tagli, aghi (da cui trae origine il nome della tendenza di morte - una balena disegnata sul braccio con incisioni e tagli sanguinolenti), dolore autoinflitto e video dell'orrore da vedere nel cuore della notte per giungere poi al cinquantesimo step che consiste nel famoso salto nel vuoto da un "palazzo alto" per "riprendersi la propria vita". Questi passaggi, che fanno rabbrividire già solo leggendoli, sono stati minuziosamente osservati dalle vittime condizionate che con ardore dimostravano la riuscita delle missioni giornaliere con tanto di post virali su Facebook o Twitter in cui, attraverso foto e video, rendevano partecipi il pubblico dei lividi, delle ferite e dei tagli sui propri arti.
In numeri, sono almeno 170 le vittime e si sospetta anche un misterioso caso proprio in Italia, a Livorno. Lo scorso 7 marzo il giovane, descritto da tutti coloro che lo conoscevano come un ragazzo per bene, si è gettato al mattino presto da uno dei palazzi più alti della città proprio come raccontato dalla trasmissione "Le Iene" che ha trattato il caso segnalando la pericolosità di mode virali come questa ed ha finalmente attribuito alla questione una rilevanza nazionale.
L'arresto del colpevole
Questa follia social, impazzata da una mente criminale, è forse giunta al termine quando nelle scorse ore è stato arrestato il fautore dei suicidi. Si tratta di Philipp Budeikin, russo e studente di psicologia ventiduenne, che è stato arrestato e che si trova attualmente nel carcere di San Pietroburgo.
Ovviamente saranno pesantissime le accuse di cui dovrà rispondere il killer che continua a differenziare le persone dagli "scarti biologici", che sono a suo avviso da purificare per evitare danni a loro stessi ed alla società che li circonda.
Inquietanti le sue dichiarazioni: "Ho dato loro tutto quello che non avevano avuto nelle loro vite: calore, comprensione, importanza".
Egli adottava le vittime tramite un social network molto popolare in Russia - VK - da ormai qualche anno e la fine della trafila dei suicidi sembra ormai segnata. I dubbi irrisolti però potrebbero essere ancora molti. E se Budeikin avesse dei seguaci? O, ancora, se i ragazzi continuassero ad osservare scrupolosamente questa moda?