In seguito all'aggressione subita, una guardia giurata di Consandolo aveva descritto minuziosamente il suo spaventoso incontro ravvicinato con Igor il russo. Il "vigilantes" della Securpol ha ricordato che, in origine, quella era stata considerata una serata tranquilla, come tante altre. All'improvviso però, uno sparo gli ha sfiorato il collo. Una volta a terra, Vaclavic lo ha disarmato e minacciato di morte se si fosse mosso. Tanta paura, la perdita della pistola e un infortunio che sarebbe durato qualche settimana. Nella sua mente però, quella voce e quella rudezza non sono sparite.

E neanche l'accento dell'Est, la tuta mimetica, e quella frase detta al telefono: "Ho preso l'arma". Secondo l'agente, quell'uomo ha almeno un complice.

Ora è emersa una nuova testimonianza: un uomo avrebbe incrociato il fuggiasco Norbert Feher qualche minuto prima che rapinasse e uccidesse Davide Fabbri.

"Giacca mimetica e fucile a tracolla"

Igor il russo sarebbe stato individuato da più persone proprio la sera del primo omicidio. Oltre alla moglie del barista barbaramente freddato con la pistola della guardia giurata precedentemente rapinata, gli inquirenti possono contare sui racconti di due testimoni oculari, due clienti presenti alla sparatoria. Uno di questi è stato ferito di striscio a una gamba da un colpo di fucile esploso da Vaclavic: "Di grossa corporatura, in mimetica e il fucile pronto", hanno riferito i due ai Carabinieri.

Qualche giorno dopo, invece, è toccato a un pakistano imbattersi nella furia assassina di Igor. Il malcapitato si era fermato proprio davanti al killer di Budrio. In quell'occasione, secondo quanto riferito dalla vittima, l'aggressore impugnava un'accetta, con la quale lo ha intimato invano a consegnargli il furgone.

"Igor andava a uccidere il barista"

Lunedì 29 maggio, i vertici dell'Arma dei Carabinieri di Bologna e Ferrara dovrebbero incontrare a Molinella i cittadini delle zone pattugliate da migliaia di agenti. Nel frattempo, è emersa l'utilissima testimonianza di un'altra persona che ha incrociato Igor Vaclavic sulla strada che porta al famigerato bar di Budrio.

Il passante, che non ha voluto rivelare la propria identità, è rimasto particolarmente sorpreso dall'andatura di un ciclista alquanto strano, il quale indossava una tuta mimetica e trasportava un grosso fucile da caccia a tracolla.

"Pensavo fosse un cacciatore", ha confidato al magistrato che segue l'indagine. Si tratta dell'ennesimo racconto ritenuto credibile dai Carabinieri, ma non ancora sufficiente per stanare Igor o Robert. La caccia all'uomo, dunque, continua, sempre più serrata e sempre più circoscritta.