"Non combattete, ma volete vincere". Il commento a caldo arriva dal Cremlino ed è riferito alle dichiarazioni dei leader politici riuniti a Taormina in occasione del G7. In particolare, viene contestata la posizione espressa nel corso del forum sulla questione siriana. Capi di Stato e di governo presenti al summit hanno lanciato un appello a Russia ed Iran allo scopo di fare pressione sul governo di Damasco per ridurre la violenza in Siria. La risposta di Mosca è stata affidata ad Alexey Chepa, vicepresidente della commissione parlamentare per gli affari esteri.
"Non hanno capito che il terrorismo non può essere combattuto con metodi pacifici - ha detto - e pertanto si tratta di una dichiarazione stupida che giova soltanto all'Isis".
McMaster si scaglia contro l'Iran
A margine del G7, il presidente Donald Trump ha incontraro i militari statunitensi di stanza alla base siciliana di Sigonella. "Il terrorismo oggi minaccia l'intero genere umano - ha detto il leader della Casa Bianca - ma noi sconfiggeremo questa minaccia e lo faremo insieme". Dichiarazioni scontate che destano poco interesse mediatico a livello internazionale. Di ben altro peso, al contrario, le accuse lanciate da H.R. McMaster, Consigliere per la sicurezza nazionale alla Casa Bianca. Il bersaglio è, ancora una volta, l'Iran.
"L'Iran sostiene il terrorismo in Medio Oriente - ha detto - e sta contribuendo alla diffusione di armi in tutta la regione. Questo giustifica gli sforzi congiunti per contrastarlo". Il riferimento è al recente accordo militare che Washington ha sottoscritto con l'Arabia Saudita. Per McMaster, "il governo iraniano è responsabile di quasi tutti i problemi in Medio Oriente, sostiene Hezbollah in Libano ed Hamas in Palestina, supporta il regime di Assad in Siria ed i Talebani in Afghanistan". L'azione anti-iraniana dell'amministrazione Trump è piuttosto evidente e, in tal senso, la distensione avviata da Barack Obama con Teheran meno di due anni fa, oggi è soltanto un lontano ricordo.