Una nuova, misteriosa malattia, sta riaccendendo i ricordi dell'epidemia di Ebola, verificatasi in Liberia nel 2014 e 2015. In quel periodo, il grande focolaio della malattia mortale uccise più di 11.000 persone nello Stato africano, e mise in ginocchio anche due paesi limitrofi. La nuova probabile epidemia è, attualmente, al vaglio degli studiosi statunitensi. I centri americani per il controllo delle malattie e la prevenzione (CDC) di Atlanta hanno riportato che i campioni di quattro pazienti testati, risultano positivi alla Neisseria meningitidis sierotipo c, un batterio che si abbatte sulle membrane che circondano il cervello scatenando una malattia che, se non trattata, può uccidere fino a metà delle persone colpite.
La patologia si diffonde tramite contatti ravvicinati, come un bacio, ed è in grado di scatenare epidemie devastanti, simili alla cosiddetta "cintura di meningite" già tristemente diffusa in africa, ma fino ad ora mai riscontrata in Liberia.
Il primo paziente affetto da questa malattia al momento non ancora identificata, è una ragazza di 11 anni trasportata all'ospedale di Greenville, il 23 aprile, con i seguenti sintomi: diarrea, vomito, stato confusionale e allucinazioni mentali. Nel giro di un'ora la giovane è morta. Un altro paziente con sintomi simili è stato ricoverato il giorno successivo. Nella mattinata del 25 aprile, invece, sono stati registrati altri 14 casi sospetti. Nel frattempo sono stati presi i primi provvedimenti: Alex Gasasira, esponente dell'Organizzazione Mondiale della Sanità a Monrovia, ha comunicato che è stato inviato almeno un operatore sanitario in ogni distretto per monitorare e segnalare eventuali casi sospetti.
L'allerta si è diffusa nella capitale liberiana nel giro di poche ore. Al momento, ci si chiede come mai il batterio N. meningitidis possa rischiare di diffondersi in Liberia. Infatti a partire dal 2010, in Africa è stato diffuso un vaccino proprio per difendersi dalla meningite. Questo farmaco però, sarebbe in grado di proteggere i pazienti solo dal sierotipo A.
Invece, per quanto riguarda il sierotipo C, pare che i casi di stiano aumentando soprattutto in Niger e in Nigeria.
Inoltre non si esclude che la malattia fosse già presente da tempo in Liberia, e che fino ad oggi nessuno se ne sia reso conto. Intanto è già stato approntato un piano per combattere la diffusione di questa patologia, soprattutto qualora fosse confermato che è questa la causa dei recenti decessi.
Ad alcuni pazienti sono stati forniti degli antibiotici, e fin da subito sono state realizzate delle liste con i nomi delle persone che hanno accusato i sintomi legati alla patologia.
Secondo Vincent Muster, virologo presso l'Istituto Nazionale di Allergia e Malattie Infettive della Montana, dopo la scoperta del focolaio Ebola, la Liberia sarebbe maggiormente in grado di individuare eventuali nuovi focolai di malattie. Tuttavia la situazione in Africa occidentale, per una serie di implicazioni interne ed esterne, sarebbe un caso del tutto eccezionale.