Ieri, 3 giugno 2017, siamo stati protagonisti dell'ennesimo attentato terroristico. Londra è stata protagonista di un duplice colpo con un resoconto nuovamente tragico: 7 morti e circa 50 feriti, di cui 21 gravi. L'attentato è avvenuto in serata proprio a 4 giorni dal voto per le politiche, i partiti hanno sospeso per oggi la campagna elettorale ma la premier Theresa May ha confermato che le Elezioni si terranno regolarmente giovedì.

Una terribile ricorrenza

Bisogna tornare indietro al marzo 2004 in Spagna, Madrid: dieci zaini con esplosivo vengono fatti esplodere su quattro treni, in quattro stazioni ferroviarie differenti.

Fra queste, la centralissima Atocha. Muoiono centonovantadue persone, più di duemila i feriti. Tre giorni dopo il paese è chiamato a rinnovare il Parlamento: Partito Popolare e Partito Socialista si scontrano su chi sia l'autore degli attentati. Il Premier punta il dito contro l'Eta (l'Organizzazione Indipendentista Basca), ma la firma è dell'Organizzazione di Al Qaida e lo scivolone costerà il posto ai Popolari: i socialisti otterranno la maggioranza.

Proprio un anno fa, invece, il 16 giugno, la parlamentare britannica Jo Cox viene uccisa e per strada da uno squilibrato. Sette giorni dopo la Nazione è chiamata a votare sul referendum per la permanenza o l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea.

Le speculazioni anche questa volta si sprecano: in molti, facendo leva sul convinto europeismo della giovane parlamentare freddata con tre colpi di pistola, invitano per rimanere. La morte della Cox però non cambia il corso delle cose: il Regno Unito vota per il divorzio.

Regna la paura

Arriviamo al 20 aprile a Parigi, Francia, dove la Nazione è ancora sconvolta per gli attentati che l'hanno colpita negli ultimi dodici mesi, quando avviene un nuovo agguato su Avenue des Champs-Élysées: l'attentatore, Karim Cheurfi, armato, è stato visto scendere da una vecchia Audi A4 color argento nei pressi di un semaforo ed ha aperto il fuoco verso un furgone della polizia; un poliziotto viene ucciso ed altri e due feriti a colpi di kalashnikov.

Negli ultimi minuti è in onda l'ultimo confronto televisivo tra i candidati alle presidenziali che si tengono tre giorni dopo: tra Marine Le Pen ed Emmanuel Macron che vede la vittoria di quest'ultimo.

In un clima di tensione, anche la Turchia il 16 aprile è andata alle urne per votare una contestata riforma costituzionale voluta dal presidente Recep Tayyip Erdoğan uscito a testa alta da un colpo di stato il 15 luglio 2016 che si risolve con una serie di raffiche di arresti ed epurazioni.

Attentati e morti precedono con tempistica meno stretta quel voto: l'ultimo grave fatto di sangue risale al 1 gennaio 2017, quando un killer armato di kalashnikov entra in un locale di Instabul nel pieno dei festeggiamenti per l'anno nuovo ed uccide trentanove persone, ferendone altre settanta.