L'ennesimo test missilistico condotto dalla Corea del Nord è avvenuto stamane: razzi multipli terra-acqua sono partiti in direzione del Mar del Giappone, e hanno sorvolato l'oceano per circa 200 chilometri, in direzione dell'armata statunitense presente nelle acque. Il lancio è avvenuto all'indomani della decisione di Seul ad abolire l'installazione del sistema difensivo antimissile THAAD, al confine tra Nord e Sud Corea. Pyongyang non pone alcun freno all'azione intimidatoria condotta nei confronti di mezzo mondo: il lancio odierno è infatti il quarto effettuato nel giro di quattro settimane.
L'ultimo è avvenuto subito dopo la fine del G7. I missili lanciati oggi, per fortuna, si sono inabissati nelle acque dell'Oceano Pacifico.
Missili multipli anti nave lanciati stamane da Pyongyang
Dalla base di Wonsan, sulla costa orientale della Nord Corea, è stato effettuato oggi il lancio di missili multipli capaci di affondare senza alcuno sforzo qualunque nave si trovasse sulla rotta. L'ennesimo test missilistico condotto da Kim Joung-Un, va individuato come una chiara ed esplicita provocazione nei confronti del Pentagono, il quale, proprio nei giorni scorsi, ha effettuato alcune manovre di addestramento nelle acque del Mar del Giappone. In aggiunta già presenti Carl Vinson e Ronald Reagan, infatti, Washington ha mosso in queste acque pochi giorni fa un'altra nave da guerra: la Nimitz, quintessenza del potere militare statunitense: una tra le portaerei più grandi al mondo.
L'armata USA presente nelle acque del Mar del Giappone rischia grosso, quindi, ma il pericolo temuto dall'amministrazione Trump è il lancio, da parte di Pyongyang, di missili nucleari intercontinentali capaci di colpire le basi militari USA nel Pacifico Occidentale. Sarebbe una dichiarazione di guerra bella e buona, se condotta, e Pyongyang, con il lancio di stamane, ha dimostrato di poter trattare alla pari con Washington, sfoggiando i missili anti nave in dotazione.
Corea del Sud blocca installazione sistema difensivo THAAD
Oltre alla provocazione nei confronti della Casa Bianca, Kim Joung-Un ha risposto anche alla recente decisione di Moon Jae-In, Presidente della Corea del Sud. Il premier sudcoreano ha infatti scelto ieri di abolizione l'installazione di ulteriori quattro batterie THAAD, al confine tra Nord e Sud Corea.
La messa in campo del sistema antimissile THAAD, voluto dall'amministrazione USA, ha causato in passato non pochi scontri fra Cina e Corea del Sud. Pechino infatti sostiene che i radar in dotazione alle batterie siano in grado, oltre che scrutare il territorio nord coreano, anche di tenere sott'occhio lo spazio aereo cinese. Il sistema antimissile è stato installato soprattutto per difendere le basi militari USA presenti nella regione, e il gesto di autonomia nei confronti della Casa Bianca, e di risoluzione pacifica alla tensione presente in Corea, effettuato ieri da Moon Jae-In, non ha ricevuto il riscontro ben sperato. Il Presidente del Sud infatti già in passato aveva espresso la propria intenzione ad un avvicinamento nei confronti di Kim Joung-Un, ma l'eccentrico leader nord coreano, rifiutato la diplomazia: nuovo lancio missili stamane da parte di Pyongyang, e terra-acqua, per di più.