Una vicenda che ha dell'incredibile quella capitata ad una ragazza inglese, nella città di Birmingham, nell'Inghilterra centrale. Martedì scorso, una quindicenne si trovava nei pressi della stazione di Witton, una zona periferica del centro urbano, quando un uomo ha abusato di lei lasciandola visibilmente sconvolta e in preda al panico. Come riportato da "TgCom 24", la poverina non poteva immaginare che l'orrore di quella notte non sarebbe ancora finito.

Stuprata da colui che doveva essere la sua salvezza

Fuggita di corsa dalla stazione, la ragazza ha cercato di fermare una macchina per farsi soccorrere.

All'interno dell'auto c'era un uomo che si è dimostrato subito molto disponibile, facendola salire a bordo, e fingendo di volerla aiutare. Questi, incurante di quanto fosse appena accaduto, l'ha violentata per la seconda volta, lasciandola nuovamente per strada, in balia di se stessa.

Un fenomeno tristemente in crescita

È possibile constatare, anche seguendo le news provenienti dal nostro paese, come il fenomeno dell'abuso sessuale sia in crescita. Di pochi giorni fa è, ad esempio, una notizia inerente uno "stupro virtuale", una nuova e tristissima piaga che si sta sviluppando sui social network. Ma non è tutto. Infatti, per chi ha buona memoria, non sarà difficile ricordare un altro drammatico evento, consumatosi in provincia di Napoli, dove una ragazza di 17 anni che prendeva il sole sugli scogli, è stata raggiunta e violentata da alcuni suoi coetanei.

È sempre brutto assistere impotenti a notizie di questo genere, che lasciano sgomenti e spesso sfiduciati verso il prossimo. Eppure non tutti la pensano allo stesso modo, come dimostra ciò che è accaduto qualche mese fa a Melito di Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria. Gli abitanti di questo paesino calabrese si sono resi protagonisti di una vicenda di omertà, dopo aver saputo delle violenze subite da una bambina di 13 anni loro compaesana.

Nessuno ha fatto niente per evitare che l'evento si ripetesse di continuo, poiché pare che gli abusi si perpetrassero ormai da quasi due anni. Perché? Tra gli aguzzini c'era il figlio di un boss locale. Una vicenda che, per certi versi, risolta ancora più raccapricciante di quella accaduta alla ragazzina inglese.

Punizioni più severe o educazione culturale?

È difficile dare una risposta precisa, probabilmente perché - come accade spesso - la verità sta nel mezzo. La sicurezza di processi più veloci con riti abbreviati aiuterebbe almeno a fare giustizia, dando un parziale sollievo a vittime e familiari. È pur vero che l'educazione, sin da piccoli, aiuta a prevenire e a curare dei retaggi culturali gretti e sbagliati, vecchi di secoli, e anch'essi da condannare.