Dopo la polemica mediatica e politica suscitata dal caso della spiaggia fascista di Chioggia (VE), il sessantaquattrenne proprietario dello stabilimento, Gianni Scarpa, risulta ufficialmente indagato per apologia di fascismo. La Procura della Repubblica di Venezia ha inserito il suo nome nel fascicolo d'inchiesta che lo ha reso ufficialmente indagato, dopo la denuncia trasmessa dalla Digos. L'ipotesi di reato resta apologia di fascismo, dal momento che i cartelli inneggianti al regime esposti nel suo stabilimento balneare e i suoi discorsi all'altoparlante si configurerebbero come una violazione della legge Scelba.

Al vaglio del procuratore capo Bruno Cerchi e del titolare delle indagini, il sostituto procuratore Francesca Crupi, ci sarebbero non solo le immagini raccolte dagli inquirenti nella spiaggia di 'Punta Canna', ma anche l'audio del discorso di Scarpa di sabato scorso, pubblicato dai giornalisti di Repubblica.

Il caso Chioggia approda a Roma

La vicenda della spiaggia fascista di Chioggia è arrivata ad agitare gli animi dei vertici della politica italiana, mentre in parlamento si sta decidendo riguardo alla legge che punisce l'apologia di fascismo. Il disegno di legge, proposto dal deputato PD Emanuele Fiano, intenderebbe punire chiunque faccia propaganda di idee fasciste, anche su Internet. Il Movimento 5 Stelle si scaglia contro il provvedimento, definendolo 'liberticida', mentre il segretario del PD, Matteo Renzi, replica su Twitter affermando che 'liberticida era il fascismo non la legge sull'apologia di fascismo'.

Secondo i 5 Stelle questo ddl sarebbe lesivo della libertà di opinione del singolo e contro il provvedimento si scaglia anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che ribadisce che le idee, di qualunque tipo siano, non si possono processare. Sulla questione è intervenuta anche la Presidente della Camera, Laura Boldrini, che intende far rispettare e applicare la legge sull'apologia di fascismo, aggiungendo che coloro i quali hanno militato tra le file dei partigiani durante la guerra si sentono offesi anche dai monumenti fascisti.

L'ipotesi di reato di apologia di fasciscmo di cui dovrà rispondere Gianni Scarpa, quindi, sembra una vittoria della posizione del PD e di Boldrini. Contro la decisione di aprire l'inchiesta nei confronti del gestore dello stabilimento fascista di Chioggia si scaglia Matteo Salvini con un post su Facebook, in cui attacca lo Stato e la magistratura, ritenendo vergognoso che lo stato perseguiti le idee dei cittadini.

Si segretario della Lega, inoltre, si offre di aiutare Scarpa nell'eventuale difesa legale.

La difesa del proprietario

Gianni Scarpa ha ricevuto un provvedimento con cui gli viene intimato di far sparire dal suo stabilimento i cartelloni del Duce e dei saluti romani e gli viene vietato di diffondere con gli altoparlanti discorsi inneggianti al fascismo e contro la democrazia. Tutto ciò, nel rispetto della legge Scelba che punisce l'apologia di fascismo. Il gestore di 'Punta Canna' si difende affermando che i cartelloni e le sue parole trasmesse con gli altoparlanti sarebbero state 'semplici goliardate'. Intanto l'apertura del fascicolo contro Scarpa e il vaglio da parte dei magistrati delle immagini e degli audio acqusiti nello stabilimento potrebbero costare al 'fascistissimo' gestore la revoca della concessione demaniale dell'arenile da parte dell'amministrazione comunale di Chioggia.