E' successo lunedì mattina: una donna di 33 anni originaria dell'Ecuador, residente a a Mediglia, hinterland sudest di Milano, si è finta infermiera e si è fatta affidare da una neo-mamma moldava la sua bimba di appena una settimana con la scusa di 'sottoporla' ad accertamenti.
Mamma e ostetrica sventano il rapimento
Lunedì 10 luglio nel primo pomeriggio, in orario di visite, alla clinica Mangiagalli di Milano un' ecuadoregna ha tentato di sottrarre la neonata a una neo-mamma moldava che però si è insospettita e ha allertato un'ostetrica e i soccorsi.
L'ostetrica insieme ad un medico ha agguantato la rapitrice mentre stava scendendo la rampa di scala e accorsi i parenti in visita che minacciavano il linciaggio sono riusciti a dissuaderli dal compiere un gesto impulsivo e comunque contrario alla legge.
Il caso ricorda un episodio avvenuto negli U.S.A. 18 anni anni fa, in cui una finta madre utilizzò la stessa tecnica, per pi essere scoperta casualmente solo grazie all'insistenza della ragazzina ormai 18enne che aveva preteso di fare l'esame del DNA.
Aveva da poco perso un figlio a causa di un aborto spontaneo
La donna ha confessato prima di fronte all'ostetrica piangendo di aver perso un bambino poche settimane prima e che ai parenti, forse lontani, aveva preannunciato il suo ricovero in ospedale in vista della nascita del bambino.
Avrebbe così preparato il terreno per il rapimento della neonata che sarebbe dovuta risultare figlia sua. Niente a che vedere con il caso della donna che in Texas arriva addirittura all'omicidio di una ragazza madre per impossessarsi del figlio, ma comunque una storia inquietante il cui lieto fine è dovuto solamente alla prontezza di spirito della madre moldava.
La versione dell'aborto spontaneo non è però stata ripetuta di fronte ai carabinieri nucleo investigativo e radiomobile, il che fa sorgere il dubbio che si tratti di menzogna. Gli sviluppi dell'inchiesta diranno come effettivamente sono andate le cose.
Obiettivo casuale: senza parenti
L'ecuadoregna ha confermato che la scelta della partoriente era dettata dal caso, cioè sul momento ha individuato l'unica mamma sola con il neonato, senza nessun parente che le facesse visita o compagnia.
I carabinieri Nucleo investigativo guidato dal tenente colonnello Michele Miulli hanno condotto la donna in arresto al carcere di S.Vittore, e il Pm Cristillo ha chiesto la convalida dell'arresto e la misura della custodia cautelare in carcere.
Tutto ciò è avvenuto in orario di visita dei parenti con impianti di sorveglianza e agenti in borghese. Nonostante quest'episodio appare improbabile la possibilità di mettere il numero chiuso o controllare gli accessi.
Che questo episodio sia di aiuto ai futuri genitori...
Non parliamo dello stato di choc della neo-mamma moldava che comprensibilmente in un primo momento ha protestato la mancata vigilanza da parte dell'ospedale, per poi dirsi di nuovo felice perché la bimba era sana e salva.