Una tragedia che diventa "show": centinaia di spettatori in prima fila, tra turisti, residenti e curiosi, pronti a fare video e selfie, e a condividere le sequenze di terribili momenti sui social. Il lato allucinante di una vicenda già altamente drammatica, è stata la reazione pubblica. Un episodio di una crudezza estrema, sia per il comportamento del protagonista che per quello dei testimoni, gente comune. Mercoledì al lido di Jesolo, in provincia di Venezia, un magrebino, in evidente stato di alterazione, probabilmente per effetto congiunto di alcol e droghe, si è arrampicato sul tetto di un'abitazione.

Con il cranio pieno di sangue, i lineamenti stravolti, una bottiglia in una mano e il coltello nell'altro, ha minacciato di lanciarsi e alla fine si è gettato nel vuoto. Come si è appurato in un secondo momento, aveva aggredito la moglie italiana e la cognata che sostengono di essere state addirittura violentate. Residenti e passanti l'hanno ripreso.

Una tragedia domestica

Il fatto è avvenuto al lido di Jesolo, in via Danimarca, nei pressi di piazza Milano. L'uomo, un magrebino di 40 anni, già noto alle forze del'ordine per reati legati allo spaccio di stupefacenti, in stato alterato sotto l'effetto di alcol e forse anche di droga, si è arrampicato sul tetto di un edificio dopo aver avuto un litigio violentissimo con la moglie e la cognata.

Le ha picchiate selvaggiamente. Le donne sono riuscite a fuggire evitando il peggio, vista la furia inarrestabile dell'uomo. Si sono rifugiate in un negozio e hanno chiamato le forze dell'ordine. Ma il peggio doveva ancora venire. Poiché era armato di coltello, inizialmente si è pensato a un atto terroristico. Poi è emerso il "movente" di tanta follia: una storia di devianza e violenza domestica.

Sul posto sono accorsi polizia, carabinieri, vigili urbani. Il magrebino, salito sul tetto ci è rimasto per ore urlando, minacciando passanti, lanciando tegole in strada.

Il terribile volo

Le forze dell'ordine con l'aiuto di mediatori culturali hanno cercato di farlo ragionare, di calmarlo e hanno condotto lunghe trattative per invitarlo a scendere.

E invece, all'improvviso, dopo aver detto a una persona "dì a mia madre che mi dispiace" e aver preso la rincorsa, si è lanciato dal tetto dell'edificio facendo un volo di dieci metri ed andando a cadere nel parcheggio di un istituto di credito. I soccorsi sono stati immediati. L'algerino che ha riportato fratture multiple e lesioni, è stato ricoverato all'ospedale di Jesolo, poi con elicottero in quello di Mestre. In prognosi riservata, lotta tra la vita e la morte. In ospedale sotto choc, anche le due donne per le fratture subite, la moglie ha un braccio rotto, e supportate da psicologi. Le indagini sono condotte dai carabinieri di Jesolo. Si prospettano i reati di resistenza a pubblico ufficiale, violenza domestica e lesioni e, nel caso in cui il racconto delle donne fosse confermato, di violenza sessuale.

Cellulari puntati al cielo

Il lato non meno inquietante dell'intera vicenda è che da quando è iniziata a quando si è conclusa con il tragico epilogo, la folla di curiosi, passanti, residenti e turisti, è andata aumentando. E se qualche conoscente ha provato a parlare all'uomo e a convicerlo a non fare sciocchezze, c'era chi coi cellulari alzati al cielo si è fissato a riprendere attimo per attimo del dramma che si stava svolgendo sotto gli occhi di grandi e anche di bambini, per poi pubblicare le immagini e aggiornare la situazione sui profili Facebook. O peggio, c'era chi, lo incitava dicendogli persino "Buttati!". Qualcuno, dopo che si è buttato ha applaudito. "Uno de manco", uno di meno, è stato l'urlo di uno "spettatore". Peccato che non fosse al cinema, e quella era realtà.