Secondo alcune indiscrezioni, sul cellulare di Ciro Guarente, l'assassino di Vincenzo Ruggiero, c'erano ricerche effettuate su internet su come occultare un cadavere. Però l'assassino alla polizia ha sempre affermato di aver gettato il corpo del ragazzo. a Licola, in mare.

Nuove perquisizioni

Gli inquirenti stanno eseguendo altre perquisizioni, in particolare nel garage a Ponticelli, in provincia di Napoli, dove è stato ritrovato il corpo fatto a pezzi e cementificato del giovane 25enne di Parete. Inoltre, le perquisizioni stanno avvenendo anche nella casa di Aversa dove Vincenzo viveva con la sua migliore amica ed ex compagna di Ciro, Heven Grimaldi. La casa è il luogo dove probabilmente è avvenuto l'omicidio del povero giovane, ucciso con due colpi di pistola al petto.

Ciro Guarente tra le tante cose ha sempre affermato di aver compiuto questo gesto estremo per gelosia nei confronti della compagna Heven Grimaldi. Proprio per questo preciso motivo, lui inizialmente avrebbe fatto capire di essere andato ad Aversa a casa di Vincenzo solo per discutere con lui e poi accidentalmente il ragazzo sarebbe morto battendo la testa. Ma la realtà dei fatti è ben diversa perché questo omicidio può definirsi premeditato per le ricerche effettuate su Google e per il modo in cui ha eseguito il terribile rito del film "Non aprire quella porta".

Fino ad ora, l'unico indagato secondo la procura di Napoli, rimane Guarente anche se ci sono sospetti che l'assassino non abbia agito da solo, ma ci sia un complice per quanto riguarda l'occultamento del cadavere.

L'autopsia sul corpo di Ruggiero

L'altro giorno è stato effettuata l'autopsia sui pezzi ritrovati nel garage ed è fuoriuscita la triste verità, cioè che i resti putrefatti ritrovati a Ponticelli appartenevano a Vincenzo Ruggiero. La madre del giovane ragazzo morto si era anche sottoposta all'esame del DNA. Inoltre, la transessuale Heven Grimaldi è stata di nuovo ascoltata dalla polizia e dai militari, e ha contribuito notevolmente allo sviluppo delle indagini e all'arresto di Guarente, che fino all'ultimo momento ha mentito sulla vera morte di Vincenzo e su dove era finito il suo corpo.

L'altra terribile scoperta è stata trovata sul cellulare dell'assassino, che cercava informazioni su Google su come occultare un cadavere. Però ha sempre mentito agli inquirenti durante gli interrogatori, affermando che era stato un incidente e che il corpo l'aveva gettato in mare.