E' stato presentato dal ministro dell'Interno, Marco Minniti, il primo Piano nazionale d'integrazione, che riguarda l'inserimento dei beneficiari di protezione internazionale nella società. Si tratta, senza giri di parole, in maniera chiara e inequivocabile, di un modello di convivenza con i cittadini italiani ispirato nettamente ai valori della Costituzione, che è la legge fondamentale dello Stato e occupa il vertice della cosiddetta gerarchia delle fonti nell'ordinamento giuridico della Repubblica, approvata nel 1947 dall'Assemblea costituente.

La presentazione è avvenuta al Viminale, nell'ambito del Tavolo di coordinamento nazionale, insediato al ministero dell'Interno.

Il 'patto'

Il patto con chi viene accolto è basato "su principi chiari", si legge sul sito internet ministeriale. Ecco un esempio pratico: coloro che sono accolti s'impegnano a imparare l'Italiano e non solo, anche a condividere i valori della Costituzione del nostro Paese, a rispettare le leggi, senza eccezioni di sorta, senza se e senza ma. Ci sono doveri anche da parte di chi accoglie: in primis, assicurare dignità e uguaglianza. Nello stesso discorso rientrano la libertà di religione, che va tutelata sempre, e l'accesso all'istruzione. Previsti interventi per agevolare l'inclusione.

La 'governance dell'immigrazione'

Nella premessa del piano si evidenzia che l'immigrazione ha cambiato la fisionomia delle società occidentali e che "la governance dell'immigrazione" è anche "la governance dell'integrazione". Emergono due questioni rilevanti: la prima è inerente alla capacità di garantire assistenza, la seconda è legata alla capacità di governare con equilibrio il rapporto dei migranti con i territori.

Non può esserci integrazione senza adesione al principio dell'uguaglianza di genere. Il piano, inoltre, riconosce la tutela del diritto al ricongiungimento familiare.

Il sistema d'accoglienza

Al 31 agosto scorso, oltre 196 mila le persone che hanno beneficiato del sistema di accoglienza nazionale, richiedenti asilo in gran parte.

Per favorire l'integrazione, la legge 46 del 13 aprile 2017 prevede la possibilità di partecipare ad attività utili alla collettività. Sul piano del dialogo va considerato anche il Patto nazionale per un Islam italiano. Spazio anche alle misure per affrontare l'emergenza: la Commissione europea ha messo a disposizione 100 milioni di euro per iniziative di sostegno all'integrazione. In tema di asilo, il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione concorre alla definizione delle politiche migratore del Governo, occupandosi di garantire accoglienza, assistenza e primo soccorso sbarcati o rinvenuti sul territorio nazionale. Un ruolo importante è svolto dalla Commissione nazionale per il diritto d'asilo, che ha compiti di coordinamento delle commissioni territoriali, alle quali è demandata valutazione delle istanze di protezione internazionale, che sono complessivamente venti, coadiuvate da trenta sezioni.

La Commissione nazionale provvede anche all'aggiornamento di un centro di documentazione sulla situazione sociale, politica ed economica dei Paesi di provenienza dei richiedenti asilo. Il piano è scaricabile dallo stesso sito web del ministero dell'Interno. Sempre al 31 agosto sono stati 10.265 i richiedenti. Il dato è del ministero dell'Interno. Fra i Paesi di provenienza spiccano Nigeria 1.995, Eritrea 1.202 e Bangladesh 1.038. A seguire Mali, Pakistan, Gambia, Guinea, Senegal, Costa d'Avorio, Ghana, Camerun, Ucraina, Marocco, Siria, Somalia, Iraq, El Salvador, Sierra Leone, Guinea Bissau, Afghanistan, Burkina Faso, Egitto, Togo, India e Georgia. I porti maggiormente interessati dagli sbarchi dal primo gennaio a oggi: Augusta, Catania, Pozzallo, Reggio Calabria, Trapani, Lampedusa, Palermo, Vibo Valentia, Salerno, Crotone, Messina, Cagliari, Corigliano calabro, Brindisi, Napoli, Taranto, Porto Empedocle e Bari.