L'Aula di Montecitorio approva definitivamente il codice antimafia. Una notizia che non può passare in secondo piano nella lotta alla criminalità organizzata. Soddisfatto Andrea Orlando, ministro della Giustizia, che commentando il "via libera" al testo, con 259 voti favorevoli, evidenzia che sono in aumento gli strumenti per contrastare la mafia. Nella nota apparsa sul sito web ministeriale, il Guardasigilli si sofferma anche sulla maggiore trasparenza nella gestione dei beni confiscati e sulle crescenti garanzie per chi è sottoposto alle misure di prevenzione.
Nella votazione del testo, sono stati centosette i contrari, mentre in ventotto si sono astenuti. Nei dettagli, la nuova norma prevede misure su diversi fronti. Diventa più ampia la cerchia dei destinatari delle misure di prevenzione, perché la norma inserisce anche coloro che commettono reati contro la pubblica amministrazione, dal peculato alla corruzione, nel caso di reato associativo, pure in atti giudiziari, oltre a coloro che sono indiziati per aiuti a latitanti di cosiddette associazioni a delinquere. Il discorso riguarda anche il reato di concussione.
Sequestri e confische
In tema di sequestri e confische, l'applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali è resa maggiormente veloce e tempestiva, in virtù di una "trattazione prioritaria".
Prevista nei tribunali di città sede di Corte d'Appello l'istituzione di sezioni specializzate per trattare in maniera esclusiva tutti i procedimenti. Quando si accerta la sproporzione tra patrimonio del presunto autore di reato e reddito, mentre il condannato non riesce a giustificare la precisa provenienza dei beni, si estendono i casi di confisca definita allargata.
Quest'ultima è obbligatoria per diversi ecoreati e il riciclaggio. Si applica anche nei casi di amnistia e prescrizione. E' stato introdotto, in caso di pericolo d'infiltrazioni mafiose, l'istituto del controllo giudiziario delle aziende. Lo stesso controllo è previsto per un periodo compreso fra uno a tre anni, ma può essere chiesto anche dalle imprese volontariamente.
Stop incarichi a parenti
Più trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari e modifica del procedimento di nomina. In primis, l'incarico non potrà essere conferito a parenti e conviventi del magistrato che si occupa del conferimento. Stesso discorso per i curatori fallimentari: no a parenti e conviventi cono uno dei magistrati dell'Uffico che dà l'incarico. Per la ripresa delle aziende sequestrate creato un fondo da dieci milioni di euro l'anno. Inoltre, misure per consentire la continuazione delle attività ed evitare la perdita dei relativi posti di lavoro, con conseguenze intuibili per le famiglie. Novità di rilievo in merito alla segnalazione di banche ritenute colluse con organizzazioni malavitose.
E' riorganizzata, infine, l'Agenzia nazionale per i beni confiscati, con un organico di circa duecento dipendenti, sede principale a Roma.
Il precedente voto del Senato
A luglio era arrivato il voto dell'aula del Senato - 129 voti a favore - salutato anche in quella circostanza con soddisfazione dal ministro Orlando. La riforma del Codice antimafia viene ritenuta da più parti un provvedimento che pone il Paese all'avanguardia, dal punto di vista della normativa, a livello internazionale, con il notevole rafforzamento dell'Agenzia per i beni confiscati e nuovi strumenti per contrastare la criminalità. Così il Governo intende condurre fino in fondo un'azione determinata contro tutte le mafie, tramite nuovi e potenziati strumenti di contrato.