Che il calcio fosse diventato negli anni terreno fertile per la nascita di rivalità che inevitabilmente scavalcano l'ambiente sportivo, è tristemente palese agli occhi di tutti. I fatti romani della sfida serale di domenica 22 ottobre tra Lazio e Cagliari hanno però trasceso il senso comune di giustizia andando a coinvolgere il nome del personaggio simbolo dell'olocausto ebreo del secondo conflitto mondiale, Anna Frank.

Cos'è successo

Si parla di una minoranza della tifoseria bianco azzurra, chiaramente, ma non potevano passare sotto silenzio le "figurine" apparse sugli spalti della curva Sud (la Nord è stata chiusa per due turni appena la settimana prima a causa dei cori razzisti nei confronti di due giocatori del Sassuolo durante la partita del primo ottobre).

L'immagine di Anna Frank con indosso la maglia dell'altra squadra capitolina non può certo essere considerata una semplice bravata goliardica, suscitando l'indignazione dell'intera comunità ebraica di Roma e lo sdegno delle istituzioni politiche. Numerose anche le scritte a carattere chiaramente antisemite che recitavano 'Romanista ebreo' e 'Romanista Aronne Piperno'.

Sarebbero 15 le persone identificate come responsabili del gesto, due dei quali minorenni (il più giovane avrebbe 13 anni), elementi che hanno approfittato dello spostamento in curva Sud con la società che ha venduto i biglietti al prezzo simbolico di un euro aggirando con l'iniziativa “We fight racism” la chiusura della curva laziale.

Ricucire lo strappo

Se da una parte il presidente della Lazio Lotito ha condannato immediatamente il gesto dei tifosi recandosi anche in sinagoga con una rappresentanza della squadra, dall'altra il rabbino capo della comunità ebraica romana, Riccardo Di Segni, si è espresso con parole dure: 'La Comunità non è una lavatrice né un luogo dove si presenta un omaggio floreale e si risolve tutto.

Non si può pensare di aggiustare le cose facendo un’apparizione davanti ad una marea di giornalisti – e poi ha continuato, propositivo – servono iniziative concrete, anche repressive. C’è stanchezza e insoddisfazione nella comunità per queste apparizioni che potrebbero sembrare risolutorie'.

Lo stesso Lotito aveva già pensato a delle iniziative annuali che porteranno 200 giovani tifosi in visita ad Auschwitz e per la partita di stasera contro il Bologna non ha escluso che i giocatori scendano in campo con l'immagine di Anna Frank stampata sulla maglietta durante l'allenamento pre partita.

Le tifoserie si dividono

Immancabile la denuncia della vicenda da parte della FIGC che nella persona del procuratore federale Giuseppe Pecoraro ha fatto sapere che a breve verranno prese decisioni a carico della società bianco celeste che rischia anche un deferimento.

Significative le iniziative che verranno le squadre di Serie A combattere questo genere di avvenimenti. Già nell'anticipo di ieri tra Inter e Sampdoria i giocatori, prima della partita, hanno regalato ai bambini che li hanno accompagnati nella discesa in campo una copia del famoso “Diario di Anna Frank" di cui si leggerà anche un brano prima dell'inizio della sfida, e dell'altro caposaldo della letteratura italiana “Se questo è un uomo”, di Primo Levi.

Tale gesto verrà ripetuto in tutti gli altri campi che ospiteranno le sfide di stasera.

Se la maggior parte dell'opinione pubblica si è schierata contro questi gesti a chiaro stampo antisemita, fa scalpore la posizione assunta dagli “Irriducibili”, gruppo principe proprio della tifoseria laziale. 'Rimaniamo stupiti da questo clamore mediatico. Esistono altri ‘casi’ che meriterebbero le aperture dei Tg e ampie pagine di giornale. Non ci dissociamo da ciò che non abbiamo fatto – fanno sapere in una nota aggiungendo poi che - queste, che vengono considerate offese, insulti o chissà che altro, quando però arrivano nei nostri confronti non scandalizzano nessuno. Gli stessi adesivi ce li ritroviamo anche nella nostra curva ma non stiamo di certo a piagnucolare.

Perché nessuno s’indigna per questo. Noi siamo della Lazio e non si piange!'.

Lo stesso atteggiamento dissociativo lo hanno assunto i tifosi dell'Ascoli Calcio che hanno fatto sapere che non aderiranno al minuto di riflessione proposto dalla Lega di serie B, occupando gli spalti solo una volta terminato il silenzio. In un post su Facebook gli Ultras 1898 hanno espresso la loro posizione: 'Non vogliamo essere complici di un teatrino mediatico e istituzionale che dimentica i terremotati e i nostri anziani ma è invece sempre prontissimo a indignarsi e a strumentalizzare una decina di adesivi'.