È accaduto il 19 ottobre 2017, nel primo pomeriggio, intorno alle 14:30, presso il reparto di detenzione dell'Ospedale "Papardo" di Messina: tre agenti di polizia penitenziaria sono stati brutalmente aggrediti da un giovanissimo detenuto, appena ventenne, che stava tentando la fuga. Gli agenti, durante la colluttazione, hanno riportato ferite per la quali è stata data una prognosi di alcuni giorni.

Si torna a parlare di sicurezza

Nella sua dichiarazione, il segretario UIL - Pubblica Amministrazione Polizia Penitenziaria, Armando Algozzino, spiega: "Il ragazzo voleva fuggire dal reparto nel quale era detenuto.

Gli agenti hanno riportato ferite ed una prognosi di diversi giorni". Un ennesimo caso di aggressione ai danni di agenti penitenziari che si stanno verificando negli ultimi anni e che mettono in discussione l'assetto organizzativo per la tutela della sicurezza delle forze dell'ordine. Lo stesso ragazzo incriminato era ben noto alla polizia per essere recidivo nelle fughe dalle carceri in cui viene detenuto o per non aver rispettato le strette misure previste per chi è in regime di arresti domiciliari.

Algozzino, inoltre, ribadisce e sottolinea fortemente il tema della sicurezza per tutti gli agenti che tutelano ogni giorno quella di tanti cittadini. È, infatti, indiscutibile che sempre più spesso normative troppo poco restrittive e severe mettono in difficoltà le condizioni di lavoro dei funzionari dell'ordine pubblico, mettendo la loro incolumità in pericolo.

Un intervento statale su questo tema è assolutamente necessario al fine di garantire la sicurezza dei cittadini, ma soprattutto di quei coraggiosi e fondamentali uomini e donne che, ogni giorno, tutelano la serenità e la sicurezza della collettività.

Certezza della pena

Un altro tema molto importante, che si apre di fronte ad eventi di tali gravità, è certamente quello della certezza della pena di fronte a reati quali quello di offesa o resistenza a pubblico ufficiale.

Si potrebbe parlare all'infinito su questo tema poiché quotidianamente, i telegiornali, ci inondano di notizie di cronaca che vedono vittime innocenti, che oltre al danno subiscono anche la beffa, costrette a vedere i carnefici di delitti a danno di familiari o amici liberi o "premiati" con immotivati sconti di pena. Da qui, un dibattito acceso che riapre ad una delle grandi piaghe del nostro Paese: inasprire le punizioni, per garantire la sicrezza collettiva.