La peste sta falcidiando il Madagascar. Superata la quota di cento morti. La notizia è stata diffusa dall'autorevole organizzazione umanitaria Action Against Hunger, in prima linea nel contrasto dell'epidemia nell'isola dell'africa australe.

Scenari che ricordano il Medioevo

Scenari da medioevo che preoccupano non poco le autorità sanitarie dell'ONU che ritengono che non siamo ancora al picco della micidiale diffusione del morbo. E' particolarmente allarmante anche il fatto che la forma di peste più diffusa tra i 1300 contagiati sia quella di tipo polmonare, ben più infettiva e pericolosa della più nota peste bubbonica.

Quella polmonare si localizza nell'apparato respiratorio, si trasmette facilmente per via aerea, quindi oltre che con la tosse anche con i semplici starnuti di una persona infetta. Se non viene curata in tempo, causa una forma di edema polmonare acuto e porta alla morte.

L'epidemia da diversi giorni ha già raggiunto Antananarivo, la capitale del Madagascar, e le autorità malgasce, anche se ben sanno che la peste è endemica da diversi anni nell'isola, non nascondono tutta la loro preoccupazione perchè vi sono questa volta particolari segnali di espansione e mutamento. Nel 2013 vi furono ben 675 casi e 118 vittime e lo scorso anno sono state 275 le infezioni con 63 morti. Adesso i casi sono quasi il doppio e dopo poche settimane le vittime già 102.

Si teme una diffusione nelle Seychelles

Anche l'organizzazione mondiale della sanità teme che ci possa essere una diffusione dell'epidemia nei centri vicini, come le Seychelles, metà di tanti turisti.Oltretutto tra le prime vittime c'è stato proprio un allenatore di basket delle Seychelles che si trovava ad Antananarivo per un torneo.

L'OMS ha diffuso 1,2 milioni di antibiotici e ha messo a punto con del Madagascar e la croce Rossa una campagna sanitaria con l'intervento di volontari, dei vigili del fuoco per la derattizzazione, la disinfestazione di scuole e locali pubblici, mentre la polizia è impegnata nella sepoltura delle vittime. Particolarmente impegnate nelle diverse attività di prevenzione e nell'educazione sanitaria anche le chiese locali con i volontari che insegnano come a riconoscere i sintomi durante il periodo di incubazione e indicano i provvedimento da adottare.

Tra la cause del ripetersi di focolai di peste nell'isola vi sono la crescente povertà (c'è chi per mangiare fruga tra i rifiuti), il deterioramento delle strutture sanitarie, oltre alla scarsa manutenzione delle tubature della rete idrica, gli insufficienti interventi di derattizzazione (il batterio della peste è trasportato dalla pulce dei ratti). Tutto ciò per mancanza di fondi in una realtà che ha assoluta necessità di prevenire le recrudescenze stagionali della peste, perchè appunto endemica. Senza adeguati monitoraggi, la situazione sfugge al controllo dei sanitari e diventa presto incontrollabile.

La peste da diversi secoli non è più presente come nei secoli passati, ma non è stata ancora del tutto sconfitta in alcuni centri del mondo.

L'apparizione di focolai, anche in tempi recenti, è un fenomeno che si continua a registrare con preoccupazione quando si tratta di paesi poveri e in difficoltà nel circoscrivere l'epidemia, come è il caso del Madagascar.