Scandalo a palazzo di Giustizia. Un giudice di messina, Gaetano Maria Amato, 57 anni, è stato arrestato ieri dalla polizia con la pesantissima accusa di pornografia minorile. La 'bomba' è scoppiata dopo un lancio dell'Ansa. L'agenzia di stampa ha dato la notizia dell'arresto: l'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip di Messina su richiesta del procuratore Maurizio De Lucia e dell’aggiunto Giovannella Scaminaci. Il giudice dallo scorso gennaio era in servizio presso la sezione penale della Corte d'Appello di Reggio Calabria.
Blindatissima la procura di Messina che, pur avendo confermato la notizia data dall'Ansa, si è chiusa nel più stretto riserbo comunicando che non sarà reso noto alcun dettaglio della vicenda per tutelare le vittime. L'accusa, a ogni modo, riguarda la vita privata di Amato e non la sua attività di giudice.
Di che cosa è accusato il giudice
Il reato che gli viene contestato dai suoi colleghi, è quello previsto dall'articolo 600 ter del codice penale che punisce con la reclusione da 6 a 12 anni, e con una multa da 24 mila a 240 mila euro, chi utilizzando minori, realizzi esibizioni o spettacoli pornografici, produca materiale pornografico, chi recluti o induca minori a partecipare a esibizioni o spettacoli pornografici.
Chi faccia commercio del materiale pornografico, anche per via telematica, distribuisca, divulghi, diffonda o pubblicizzi materiale pornografico o notizie o informazioni finalizzate all’adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori. Il reato contestato sarebbe stato commesso a Messina. Le indagini sarebbero state svolte dalla polizia postale di Catania.
Chi è il giudice arrestato
57 anni, originario di Messina, Gaetano Maria Amato, sposato con figli, ha iniziato la sua carriera nella magistratura nel 1986 come pretore a Naso, un piccolo centro. Poi è stato trasferito nel capoluogo siculo e ha fatto carriera con scatti dalla sezione civile a quella fallimentare, infine quella penale.
Una carriera regolare quella del giudice che ora rischia la sospensione dalla funzione e dallo stipendio, con la collocazione fuori dal ruolo organico della magistratura. Nessun commento da parte della corte d'appello di Reggio dove attualmente prestava servizio. Negli anni della professione non c'è stato nulla a suo carico, eccetto un procedimento nel 2009 del Consiglio superiore della magistratura culminato con un'ammonizione per ritardi nel depositare le sentenze. L'anno scorso, Amato aveva difeso una collega accusata della stessa inadempienza: per non aver osservato i tempi di consegna della sentenza nel processo "Cosa mia" sulle cosche della 'ndrangheta di Rosarno, la collega avrebbe portato alla scarcerazione di tre presunti affiliati.
Stavolta l'organo di autogoverno della magistratura, dovrà valutare se applicare le misure cautelari richieste nei confronti di Amato.
Ritratto 'social'
Il giudice ha una sua pagina Facebook piena di foto: a cominciare dalle sue, poi quelle dei suoi due cagnolini chihuahua di nome Dino e Minou, dei viaggi, dalla Sicilia all'America, momenti in famiglia e anche un paio di foto di gruppo con tutta la sezione di lavoro. Molti gli interessi: il teatro e le rappresentazioni al teatro greco di Siracusa, i concerti, la musica, dalla classica al rock progressive del Banco del mutuo soccorso. Tra casette di marzapane realizzate dalle nipoti, presepi, una foto storica che mostra insieme i giudici Falcone, Borsellino e Caponnetto, paesaggi e tramonti, c'è un post pubblicato dal giudice il 28 gennaio 2015 in cui Snoopy dice: "Io ho tre vite, la mia, quella che si inventano gli altri, e quella che gli altri pensano sia la mia vita".