Una collezione di oscenità, immagini disgustose e raccapriccianti di bambini e bambine costretti a subire violenze sessuali da parte di adulti. In una valanga di materiale pedopornorafico che ha fatto rabbrividire gli inquirenti, il 'pezzo forte' era un macabro dossier con foto e allusioni oscene sulla povera Yara Gambirasio, la 13 enne di Brembate che nel 2011 fu trovata morta. Per detenzione di un vero e proprio archivio pedopornografico, sia on line che cartaceo, ieri a Rimini è stato arrestato un pedofilo, un insospettabile impiegato, D.P., di 53 anni.

Non è certo la prima volta che viene sequestrato materiale del genere. Ma è la prima invece, che pedofili traffichino anche con foto di una povera bambina morta, barbaramente uccisa. A dimostrazione della pericolosità di questi mostri.

L'operazione

Sono stati gli agenti di polizia ieri mattina a presentarsi alla sua porta con mandato di perquisizione dopo una maxi indagine in cui erano risaliti all'uomo scoprendo la 'rilevanza' della sua azione criminale, certi che sia solo un anello di una vastissima e spaventosa catena di pedofili che, collegati on line, si scambiano file osceni. Ma quando hanno fatto la perquisizione, gli inquirenti che pure già sapevano in anticipo con chi avevano a che fare e sono abituati a situazioni analoghe, sono rimasti allibiti dalla mole di materiale pedopornografico trovato nel computer dell'insospettabile impiegato che credeva d'essere in una botte di ferro.

C'erano migliaia di foto e filmati che riprendevano bambini anche in tenerissima età, in pose oscene o costretti a subire violenze sessuali di vario genere. All'impiegato sono stati sequestrati computer, cellulari, pennette Usb, materiale cartaceo. L'uomo ammanettato è stato trasferito nel carcere dei Casetti: in attesa dell'udienza di convalida del fermo, è tenuto in isolamento, a debita distanza dagli altri detenuti che potrebbero fargliela pagare.

L'orrido dossier sulla piccola Yara

A completare un quadro già di per sé abominevole, c'è quel 'fascicolo' che nella casa dell'impiegato, un orco della peggiore specie, sorta di dossier perverso sulla povera Yara Gambirasio, la ragazzina di Brembate (Bergamo) che a soli 13 anni, nel 2010, dopo essere stata picchiata e colpita con un coltello, abbandonata in un campo, morì anche per il freddo a pochi chilometri da casa.

Il suo corpo fu ritrovato 3 mesi più tardi. Dopo un lungo e complesso processo, lo scorso 18 luglio è stato condannato all'ergastolo dai giudici della Corte d'assise d'appello di Brescia, il muratore Massimo Bossetti, sposato e padre di 3 figli. Ebbene, l'impiegato aveva in casa un fascicolo contentente quasi 40 foto della povera Yara, associate a filastrocche blasfeme in cui, al posto delle parole delle preghiere, c'erano sconcezze irripetibili. Una sorta di manuale per il rito della "pedomessa", concepito da una mente malata, pericolosa e demoniaca, modalità condivise da una rete oscura di suoi simili, altri pedofili.

In aumento i pedofili in Rete

Il nome dell’insospettabile fa parte di un lungo elenco di pedopornografi in Rete, individuati grazie a un'indagine che dal 2016 coinvolge tutta la penisola.

Gli investigatori sanno che l'uomo fa parte di una vasta cerchia di mostri che in segreto trafficano con immagini di bambini. L’analisi del pc dell’arrestato potrebbe aiutare a rintracciare altri pedofili. Per gli inquirenti, infatti, è stata scoperchiata solo la punta dell'iceberg. L'indagine continua.