Drammatica esperienza per una famiglia francese in vacanza nel sud dello Sri Lanka, a Dickwella, durante il mese di agosto, che probabilmente ha peccato di superficialità nel gestire una delle situazioni più rischiose per la salute quando ci si trova in paesi tropicali: il morso di un cane randagio.

Originaria di Rhone, la famiglia, dopo aver constatato che il figlio di dieci anni era stato morso sulla spiaggia da uno dei numerosi cani randagi presenti in zona, aveva inizialmente ignorato il problema, senza rivolgersi ad alcun presidio di vaccini anti-rabbica che si trovano nei principali ospedali dell'isola.

Esiste, infatti, un protocollo di profilassi specifico da rispettare in caso di morso di cani, pipistrelli o scimmie, animali che generalmente sono portatori della rabbia, al fine di evitare di contrarre il mortale virus.

Rientrato in Francia, sono cominciati i problemi

Per il piccolo di dieci anni, i terribili sintomi della malattia sono iniziati quando è rientrato nella sua città, in Francia, dove ha accusato difficoltà a deglutire, rendendo necessario il ricovero all'ospedale di Lione nei primi di ottobre, dove è stata confermata la diagnosi.

La rabbia colpisce il sistema nervoso e il cervello e non esiste cura per l'uomo e per numerosi animali. Estremamente infettiva, viene trasmessa con il morso di un animale infetto che porta il virus nelle ghiandole salivari.

E se nel corso degli anni, grazie a Pasteur, nel 1885 si riuscì ad ottenere il primo vaccino anti-rabbico da somministrare a distanza di poche ore dal morso, a tutt'oggi non vi è alcuna cura per chi contrae questa malattia e non provvede all'immediata inoculazione del siero. La rabbia, infatti, è fatale per l’uomo al 100%, e solo con una vaccinazione è possibile prevenirla.

Il bimbo è morto il 16 ottobre

Il 16 ottobre, l'istituto Pasteur presso il quale era ricoverato il bambino, ha annunciato la morte del piccolo a causa degli effetti conseguenti alla contrazione della rabbia. Tutti i familiari e compagni di classe del bimbo sono stati sottoposti in via precauzionale al vaccino, e il caso attuale rappresenta il primo episodio di rabbia in Francia dal 1924.

L'Africa e l’India sono le aree che contano il maggior numero di decessi annuali per rabbia, seguite da Congo, Etiopia, Cina e Myanmar. Nel caso del bambino morso in Sri Lanka, una corsa all'ospedale e il trattamento previsto dal Sistema Sanitario Nazionale avrebbero potuto sicuramente salvargli la vita.