Inizialmente può anche far sorridere. Dopo no. Il video della direttrice di una filiale della banca Intesa Sanpaolo sta diventando il caso della settimana. Realizzato per un contest organizzato dallo stesso istituto bancario, il filmato è divenuto virale nelle ultime ore. Sui social, sia Facebook che Twitter, è tornata a dilagare indisturbata la piaga del cyberbullismo. Quello che doveva essere un video spiritoso, dentro le mura dell'azienda, ha avuto il potere di diventare virale, con tutte le conseguenze negative del caso. Da poco è intervenuta anche la nota blogger Selvaggia Lucarelli, che ha evocato il ricordo di Tiziana Cantone, la ragazza che si è tolta la vita dopo aver subito l'umiliazione più crudele da parte di migliaia di internauti.

Il contest interno

"Perché siete speciali per i vostri clienti", "Che cosa vi spinge a dare il meglio ogni giorno", "Qual è il bello del vostro lavoro", erano questi gli input che la Banca Intesa San Paolo aveva dato alle sue filiali per organizzare un video che avrebbe fatto parte di un contest. I migliori sarebbero poi stati proiettati agli incontri BdT di settembre-ottobre. La direttrice della filiale di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, ha preso alla lettera le linee guida del contest, realizzando un filmato di due minuti insieme all'intero staff. Per tutta l'estate, il video è rimasto privato, così come doveva restare nelle intenzioni di tutti. I problemi sono iniziati in questi giorni, quando una probabile condivisione del filmato al di fuori dei lavoratori della filiale ha scatenato il caos in rete.

La colpa però non deve essere attribuita a chi ha condiviso il video. Il problema più grande è nella testa e nelle mani di chi vive il giorno e la notte su Facebook, in cerca di nuove vittime da insultare potendo contare sul dono dell'invisibilità.

La piaga del cyberbullismo

Commenti assurdi, folli, offensivi, hanno costretto la direttrice della filiale di Intesa Sanpaolo ad oscurare il proprio volto dal profilo Facebook.

La derisione non si limita alla semplice stonatura nella canzone, ma colpisce l'aspetto fisica della donna. Alcuni utenti arrivano a chiedere addirittura il licenziamento nei confronti della stessa direttrice, come se si fosse macchiata di un crimine o altro. Il paradosso sta nel fatto che prima della condanna al cyberbullismo ci si diverta, dalla mattina alla sera. Dopo però tutti diventiamo "santi", protettori delle vittime del web, manifestando solidarietà ai parenti dell'ultima vittima. Il mondo dei social è anche questo.