Ha inizio oggi, in malesia, il processo contro l'indonesiana Siti Aisyah e la vietnamita Doan Thi Huong, le due donne accusate di aver ucciso lo scorso 13 febbraio Kim Jong-nam, fratellastro dell'attuale leader nordcoreano Kim Jong-un. Le due principali sospettate dell'omicidio, avvenuto all'aeroporto internazionale di Kuala Lumpur in circostanze mai del tutto chiarite, potrebbero trovarsi di fronte ad una prova scientifica che complicherebbe ulteriormente la loro posizione.

Infatti, secondo una perizia chimica illustrata dal professor Raja Subramaniam presso il Tribunale di Shah Alam High Court, sui vestiti delle due presunte omicide sarebbero state rinvenute tracce di gas nervino.

Sugli indumenti di Aisyah e Huong, sempre secondo l'esperto, è possibile riconoscere "l'agente Vx", ovvero la componente chimica più pericolosa e letale di questa tipologia di gas, classificata e riconosciuta ufficialmente dall'ONU come "arma di distruzione di massa". La perizia del chimico confermerebbe così l'esito dell'autopsia effettuata sul corpo della vittima all'epoca dei fatti, visto che il referto aveva messo subito in evidenza l'utilizzo del gas nervino per eliminare Kim Jong-nam.

L'omicidio di Kim Jong-nam

Il 13 febbraio 2017 il fratellastro del leader nordcoreano Kim Jong-un si trova all'aeroporto internazionale di Kuala Lumpur. Come dimostrano le immagini delle telecamere di sicurezza, poi trasmesse dall'emittente televisiva giapponese Fuji Tv, Kim Jong-nam viene improvvisamente attaccato alle spalle da due donne, con una di queste che spalma o spruzza qualcosa al volto del nordcoreano.

Le due, dopo il fatto, scappano in direzioni diverse, lasciando Jong-nam agonizzante. Il fratellastro del leader nordcoreano riesce comunque a richiedere soccorso ai membri della sicurezza aeroportuale, salvo poi decedere durante il trasporto in ospedale dopo aver presentato tutti i gravissimi sintomi legati al contagio da gas nervino.

L'omicidio non fece altro che scatenare una tensione politica tra la Corea del Nord e la Malesia, quest'ultima accusata dal Regime di voler creare una caso politico a favore della Corea del Sud per non aver restituito il corpo della vittima subito in patria, effettuando l'autopsia in Malesia. La risposta di Kuala Lumpur non si fece attendere, replicando a Pyongyang di aver agito a norma di legge, e non per fini politici.