Effetti "collaterali" da uso smodato del navigatore. Si potrebbe riassumere così, una vicenda che sembrerebbe una simpatica storiella cinematografica, una disavventura tecnologica degna di una commedia d'ultima generazione, ma è realmente accaduta. Un episodio che può far riflettere su cosa possa succedere quando, dominati, se non schiacciati dalla tecnologia, i ruoli finiscano con l'invertirsi completamente: la macchina ci comanda, e noi diventiamo esecutori passivi di ordini che eseguiamo senza alcuna capacità di elaborazione critica. Un turista 40enne, arrivato dalla provincia di Pavia a Carate Urio, un comune della provincia di Como, per andare a fare una passeggiata sul lungolago, non sapendo la strada, si è affidato al navigatore presente in auto.

Ma qualcosa è andato decisamente storto.

Incastrato nel vicolo

Il bello è che il protagonista dell'incredibile fatto, un turista di origine milanese ma residente in provincia di Pavia, era venuto in gita per provare la sua auto nuova, una Volvo V40 bianca, comprata da qualche mese. Ha seguito alla lettera le indicazioni del suo Gps. Magari sarebbe bastato affidarsi alle indicazioni stradali, al semplice buon senso o, a limite, sarebbe stato preferibile, non temere di sbagliare strada. Sperimentare l'"errore" per poi chiedere informazioni a qualche passante, come si usava fare molto di frequente prima che il Gps diventasse praticamente un accessorio in dotazione in tutte le auto, e ci si affidasse completamente all'apparecchio per orientarsi nello spazio, venendo meno anche un po' di spirito d'avventura.

E così il turista, per non sbagliare, ha fatto molto peggio. Si è ritrovato in un vicolo, un vero e proprio budello, oltretutto terminante in una scalinata.

Intervento dei vigili del fuoco

L'uso massiccio della tecnologia può finire per ottundere i sensi e sviare totalmente. Il guidatore avrebbe potuto accorgersi che si stava immettendo in una strada fin troppo stretta da non poter essere scambiata per un'arteria di ordinaria viabilità.

Ma così non è stato: ha proseguito e si è inoltrato in quel budello finché non c'era più possibilità di avanzare, eccetto prendere la via delle scale, né di fare marcia indietro, e rimanendo con l'auto incastrata tra i muri laterali. Allora l'incauto turista, fedele esecutori degli ordini dello stradario tecnologico, non ha potuto fare altro che chiamare i vigili del fuoco.

Con i pompieri che, pure abituati a interventi di ogni tipo e nelle situazioni più assurde, sono rimasti sbigottiti, l'uomo si è "giustificato" dicendo che aveva seguito passo passo le indicazioni del navigatore. Oltre lo sbigottimento, poi, i vigili del fuoco hanno dovuto lavorare ben 5 ore per riuscire a disincagliare l'auto, presenti anche i carabinieri. Se poi a quel punto, liberata l'auto, abbia comunque proseguito verso il lungolago o se, tramortito dagli eventi, abbia preferito tornare verso Pavia e senza l'uso del Gps, le cronache non lo riferiscono.