Montelupo. La trovarono a terra la mattina del 14 ottobre 2017, riversa in una pozza di sangue e coperta di foglie. La diciassettenne, in fin di vita, si è miracolosamente salvata grazie ad una signora che l'ha trovata nel Parco dell' Ambrogiano ed ha chiamato subito i soccorsi. Portata di corsa all'ospedale di Empoli le sue condizioni sono parse gravissime: trauma cranico e varie lesioni alla testa. Per questo anche una volta ripresi i sensi, la giovane è stata sedata per molti giorni. Le sue prime dichiarazioni sono state rilasciate durante la puntata di Quarto Grado del 4 novembre, dove diceva di non ricordarsi nulla e di non volere puntare il dito contro nessuno proprio per questo motivo.

La sua memoria, come affermato dalla stessa, si interrompe quando decide di lasciare la discoteca dove si trovava con alcuni amici, per dirigersi sola verso la stazione.

La fabbrica abbandonata apre l'ipotesi del balordo

Dopo quasi un mese dall'aggressione gli inquirenti stanno ancora indagando. I ragazzi che erano con lei in discoteca quella sera hanno detto di averla lasciata alle 6 del mattino. Una telecamera la ritrae effettivamente sola alla 6.13, ed è l'ultima immagine che si ha della ragazza di quella tragica notte.

Quarto Grado in loco ipotizza il percorso dell'aggressore

Quarto Grado parla del caso anche nella puntata di stasera, 10 novembre. Tramite l'inviato fanno un sopralluogo che rivela che difronte al vialetto dell'aggressione c'è una fabbrica abbandonata.

Gli inquirenti ipotizzano che gli aggressori possano essere fuggiti dall'area che unisce la fabbrica abbandonata con il sentiero che percorreva la ragazza. Da un sentiero interno, infatti, è possibile raggiungere il vialetto con facilità. L'aggressore potrebbe poi essere fuggito fino ai binari del treno, facendo perdere le sue tracce.

Alla stazione di Montelupo non ci sono telecamere di sicurezza. La stava aspettando o l'ha notata per caso?

Gli amici sono andati a denunciare la scomparsa della ragazza tempestivamente la mattina dopo. Le loro deposizioni, al momento, sembrerebbero sincere e coinciderebbero anche con le telecamere lungo il tragitto.

L'esperimento: ritornare con la vittima sul luogo del massacro

Non essendoci quindi piste sicure da seguire, gli inquirenti, come riporta Quarto Grado, vorrebbero tentare un esperimento ovvero ripercorrere insieme alla vittima, col buio, presumibilmente allo stesso orario dell'aggressione, il percorso dalla discoteca al luogo del crimine. Questa rievocazione dovrà essere necessariamente svolta insieme ad una psichiatra, per tutelare la ragazza che potrebbe rivivere i terribili momenti in cui è stata picchiata quasi fino a perdere la vita. Non è detto che questo esperimento ridoni la memoria alla giovane, ma comunque emotivamente potrebbe scuoterla in maniera traumatizzante. Inoltre se vi fosse un danno neurologico questo tentativo sarebbe inutile.

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