Il processo mediatico, alla ricerca del cantante che, secondo il racconto di Matteo mandato in onda martedì sera nella consueta puntata delle Iene, gli avrebbe usato violenza in una camera d'hotel più di vent'anni fa, è iniziato immediatamente dopo il servizio. Matteo racconta la violenza nei dettagli. Descrive perfettamente l'albergo in cui lavorava e la camera in cui avrebbe subito abusi. Ciò non può ritenersi nel modo più assoluto una prova, in quanto nessuno mette in dubbio che l'uomo, in quell'anno studente sedicenne della scuola alberghiera, lavorasse nella struttura con la mansione di cameriere.
La manifestazione di cui parla Matteo, si è tenuta nel 1995 in una bella località sarda a cui hanno partecipato diversi esponenti del mondo musicale tra cui Katia Ricciarelli. Conoscendo i nomi dei partecipanti, anche senza una dichiarazione vera e propria da parte di Matteo, il nome del personaggio che avrebbe commesso la violenza è uscito sui social in un battibaleno. Il processo mediatico è partito. Il rischio è distruggere un personaggio che prima d'essere un cantante è un uomo con famiglia. Basta una diceria per distruggere una persona soprattutto quando è molto popolare.
Confessione di violenza che sarebbe avvenuta più di vent'anni fa. Condizionale d'obbligo
Le parole di Matteo cadono in un momento in cui è di moda confessare violenze, presunte molestie retroattive da parte di personaggi del mondo dello spettacolo.
Non mettiamo in dubbio le parole del ragazzo. Ci chiediamo perché la sua disperazione tangibile nella puntata delle Iene non sia uscita prima, anche soltanto qualche mese fa, quando gli scandali sessuali non erano in prima pagina su giornali e trasmissioni televisive. Vent'anni di tempo sono un lasso di tempo molto lungo e, pur capendo il dolore del giovane nel raccontare l'evento, viene lecito domandarsi: perché scegliere Le Iene e non raccontare alla famiglia, ad amici o meglio a chi di dovere la violenza subita?
In nessun caso mettiamo in dubbio le parole di Matteo, ritenendo però che i processi mediatici possano rovinare la vita di un uomo e di chi gli vive accanto. Il servizio televisivo avrebbe avuto più senso se fosse stato corredato di nomi. Il presunto violentatore avrebbe potuto controbattere, ma non essendo chiamato in causa direttamente non può ribattere all'infamante accusa.
Ieri sera a Music abbiamo assistito a una bella pagina di spettacolo. Molti gli ospiti tra cui i cantanti Gigi d'Alessio, Patti Pravo ed Edoardo Bennato che ha ripercorso la sua carriera artistica. La speranza è che chiunque subisca abusi o molestie denunci il fatto immediatamente e non dopo vent'anni. La giustizia ha tempi propri. Venti anni di ritardo possono ledere la vita di una persona e non essere credibili nel caso la violenza fosse veritiera. Speriamo che chiarezza venga fatta non soltanto per Matteo, ma anche per il personaggio sospettato che rischia di essere messo alla berlina per fatti che si sarebbero compiuti nel 1995. 'Sarebbero', il condizionale in questo caso è d'obbligo come non mai.