Una coppia all'apparenza perfetta. Finché, il 2 novembre, un anomalo incidente mortale sul lavoro segna la fine di lui, il 55enne Nicola Pontiggia e, nello stesso giorno, sua moglie Svetlana Balica, 44enne di origine moldava, scompare nel nulla. Un'incredibile coincidenza che qualcuno aveva letto erroneamente così: lei che scappa dopo 5 anni di matrimonio, e lui che si suicida per il grande dolore. A ristabilire la verità sul giallo di Cosio Valtellino è stata la procura di Sondrio attraverso un video rivelatore: è stato un caso di omicidio-suicidio.
Pontiggia ha prima ucciso la moglie, probabilmente dopo un litigio, poi si è suicidato simulando un incidente, attuando un piano lucidissimo.
Svolta nelle indagini
Le riprese delle telecamere dell'azienda in cui Pontiggia era operaio hanno svelato la verità. Il procuratore capo di Sondrio, Claudio Gittardi, nel corso di una conferenza stampa organizzata con il sostituto Stefano Larorre, titolare delle indagini, ha mostrato un video nel quale si vede una figura illuminata nel buio, è Nicola Pontiggia all'interno della ditta Castelli, società di costruzioni di Morbegno dove lavorava da 27 anni, che trascina il corpo senza vita della moglie. Inoltre, sul comodino della camera da letto della coppia che abitava a Regoledo, frazione di Cosio Valtellino, gli inquirenti hanno trovato un biglietto in cui lui ha scritto: "Sei entrata nella mia vita e ci resterai per sempre.Ti amo".
Giunge così a soluzione il giallo che da settimane teneva col fiato sospeso la valtellina. Le immagini sono state registrate dalle telecamere adiacenti dei capannoni della ditta, la mattina del 2 novembre intorno alle 6 e 20. Si è mosso al buio, contando anche sul fatto che nel giorno commemorazione dei defunti, avrebbe potuto realizzare il suo piano criminale senza intralci, portando là il corpo senza vita della moglie, per poi liberarsene in circa 13 minuti.
Ha bruciato con una fiamma ossidrica alcuni effetti personali di Svetlana, altri li ha gettati in un campo. Con un mezzo della ditta avrebbe occultato il corpo. Poi nel pomeriggio dello stesso giorno ha inscenato l'incidente sul lavoro, rimanendo schiacciato sotto il camion che fingeva di star riparando e che non aveva alcun bisogno di manutenzione.
L'avrebbe fatto per consentire di intascare l'assicurazione alle due figlie avute dalla prima moglie.
Il movente
Sembrava una coppia affiata, perfetta. Mai un litigio, secondo i vicini di casa. Perché mai avrebbe dovuto uccidere sua moglie? Il movente sta nel fatto che la coppia era invece in crisi, lei voleva lasciarlo e lui non lo accettava. Un elemento che è emerso anche dalle testimonianze raccolte dagli inquirenti. All'ex moglie aveva confidato, poche ore prima della fine, che Svetlana l'aveva lasciato e la sua decisione era irrevocabile. Ad avvalorare il movente, c'è il fatto che la moldava non era scomparsa dopo la morte di lui, ma prima: era stata vista viva, un paio di giorni prima, alla lavanderia del paese.
Poi più nessun segno: inattivi i suoi tre smartphone, nessun prelievo o utilizzo della carta di credito, né alcuna comunicazione con i familiari.
Il corpo che non si trova
Il lavoro degli inquirenti è tutt'altro che finito: si cerca il corpo di Svetlana, per restituirlo ai familiari che avevano lanciato l'allarme preoccupati. Non è stata trovata una sua goccia di sangue né a casa, né alla ditta dove Pontiggia ha organizzato la messinscena. L'ipotesi è che utilizzando un mezzo aziendale, l'omicida si sia liberato del corpo nei paraggi. Forse gettandolo in un pozzo vicino al fiume Adda o proprio nel corso d'acqua. Dal 2 novembre sono in corso ricerche intorno alla ditta e tra i monti della Valtellina.