Che Donald Trump fosse un personaggio prismatico era cosa assodata. Ma quali fossero le sue ossessioni, le sue fobie nascoste e le sue più profonde ansie non era cosa nota. Non fino alla pubblicazione di un libro che lo stesso tycoon avrebbe provato a fermare, a ridosso dell'imminente uscita (prevista per il prossimo 9 gennaio 2018).
Tutto nasce con l'allontanamento di Steve Bannon, ex stratega e punta di diamante della campagna elettorale di Trump defenestrato dalla Casa Bianca. E se è vero che la vendetta è un piatto che va servito freddo, questa potrebbe rivelarsi una delle migliori portate.
Pare che Bannon, infatti, abbia intuito di avere degli assi nella manica e di poterli giocare, a tempo debito, sul tavolo della presidenza degli Stati Uniti. Così, secondo le recenti indiscrezioni, è stato.
Le rivelazioni di Bannon, cristallizzate nel libro “Fire and Fury: inside the Trump White House”, hanno già l'odore di qualcosa che scotta. L'opera della discordia è stata scritta da Michael Wolff, e intorno alla sua uscita si è scatenata una bagarre senza precedenti. Il titolo dà già un primo prospetto del contenuto: è quel 'dentro la Casa Bianca di Trump' ad accendere il campanello d'allarme nell'entourage del presidente e a farlo infuriare ben prima di aver letto tutte le pagine. Lo spettro di potenti rivelazioni è dietro l'angolo, e lo conferma un piccolo estratto di quelle che sono le tematiche affrontate, capitolo per capitolo.
Dalla Casa Bianca arrivano tiepide smentite a quei contenuti che minerebbero la solidità della presidenza, già definiti 'falsi e fuorvianti'. Donald Trump dice di Bannon che 'ha perso la testa' e non soltanto il suo posto al fianco di uno degli uomini più potenti del mondo.
L'ipotesi dei legali del tycoon, che sembra comunque non scalfire di un millimetro la certezza dell'imminente pubblicazione, è che si configuri il reato di diffamazione, per cui la Casa Bianca dispone una diffida contro la diffusione di qualunque contenuto dell'opera, compresi stralci e anteprime.
Il pianto della First Lady
Secondo Bannon, l'elezione del presidente avrebbe sortito un effetto 'perverso' nella famiglia Trump. Sono soprattutto le reazioni controverse di Melania a catalizzare l'attenzione: la First Lady avrebbe pianto, versando lacrime amare sull'esito del voto presidenziale statunitense. Bannon descrive una donna infelice, in un momento in cui avrebbe dovuto gioire del successo politico di suo marito.
Lui, il tycoon più famoso d'America, si sarebbe aggirato per i corridoi come se avesse appena visto uno spettro.
Inauguration Day: la rabbia del presidente
Secondo le ricostruzioni fatte nel libro di Wolff, il neo eletto presidente Trump si sarebbe infuriato proprio nel giorno del suo insediamento, il cosiddetto 'Inauguration Day'. Il motivo risiederebbe nel fatto che alcune star avessero snobbato l'evento. Ai vip invitati alla cerimonia non sarebbe piaciuto l'alloggio predisposto alla Blair House. Dietro una giornata per certi versi 'infernale', ci sarebbe anche un'accesa lite con la moglie Melania, tanto che questa sarebbe stata "sull'orlo delle lacrime".
Casa Bianca: l'inquietudine tra le mura del potere
Al presidente non piacerebbe la Casa Bianca: il motivo sarebbe tanto semplice quanto inaspettato. Secondo quanto emerso nel libro di Wolff, Trump sosterrebbe che si tratti di un edificio opprimente, a tratti inquietante. Spunta persino una curiosità sulla richiesta insolita del tycoon: "I primi giorni chiese altre due televisioni e una serratura sulla porta, cosa che i Servizi segreti non apprezzarono".
Gli attriti con lo staff
Donald Trump non perderebbe occasione per prendersela con il suo staff, con cui si sarebbe instaurato un rapporto di perenne ciriticità. Il presidente non sarebbe soddisfatto dei suoi stretti collaboratori, al punto da classificarli con epiteti talvolta irripetibili e umilianti.
Nel raggio degli insulti elargiti da Trump sarebbe finito Bannon, definito "sleale", così come Reince Priebus, ex chief of staff, definito un "nano".
Il difficile rapporto con la Costituzione
Un'altra scottante sfaccettatura che emerge nella ricostruzione della figura presidenziale statunitense riguarda il rapporto 'conflittuale' di Trump con la Costituzione degli Stati Uniti, indicata nel libro come 'vittima' dell'atteggiamento poco rispettoso del tycoon. Trump non conoscerebbe affatto bene il testo, per il quale avrebbe persino mostrato uno scarso interesse nel corso del mandato sinora svolto. Lo rivela a Wolff una sua ex consigliera, Sam Numberg, aggiungendo che il presidente non sarebbe neppure intenzionato ad approfondire lettura e comprensione di passi fondamentali.
Trump e quella terribile ossessione
Una delle ossessioni più pregnanti dell'attuale presidenza USA sarebbe quella per la morte. Trump, infatti, vivrebbe nella costante paura di essere avvelenato, anche se questa sarebbe una pesante 'eredità' del suo passato da magnate. Questo sarebbe il motivo per cui ama mangiare al McDonald's: "Nessuno sa che ci stava andando e il cibo è preparato in modo sicuro", afferma Bannon.
Dietro gli scatti di un presidente che addenta un panino da 'comuni mortali', in una altrettanto comune panchina di un fast food, dunque, non ci sarebbero mire politche di apparente avvicinamento del suo calibro a quello dei cittadini, bensì uno scopo di sicurezza personale.
I capelli più discussi d'America
Dietro la chioma più discussa d'America, simbolo della sua sfrontatezza e superbia, si nasconderebbe un segreto. A rivelarlo, a più riprese, sarebbe stata la stella figlia, Ivanka Trump, che secondo Bannon tratterebbe il padre con una buona dose di distacco e ironia. Sarebbe stata la First Daughter a rivelare per prima i dettagli inediti sulle acconciature del presidente: "Una pelata completamente rasata (...) circondata da un folto cerchio di capelli intorno ai lati e alla fronte, dal quale tutte le estremità sono tirate su per incontrarsi al centro e poi essere raccolti sulla nuca e fissati con uno spray solidificante".
Il sogno di Ivanka Trump
Ivanka Trump sognerebbe la presidenza.
A 36 anni, le sue ambizioni sarebbero ben più profonde e motivate di quelle del padre, di cui un giorno vorrebbe prendere il posto alla guida degli Stati Uniti. In campagna elettorale, su Hillary Clinton avrebbe dichiarato che non sarebbe stata certo lei la prima donna alla Casa Bianca.
Trump e Murdoch: 'amore' non corrisposto
Donald Trump nutrirebbe una smisurata ammirazione per Rupert Murdoch, mostro sacro indiscusso nel settore della comunicazione di massa. Le parole più ricorrenti del presidente, spese all'indirizzo del magnate australiano dei media, sarebbero "uno dei grandi", "l'ultimo dei grandi". Una stima che non godrebbe di reciprocità, e che secondo le indiscrezioni trapelate nel libro dello scandalo avrebbe ricevuto un sonoro 'schiaffo': Murdoch, conclusa una telefonata con Trump a margine di un incontro con i colossi della Silicon Valley, nel 2016, lo avrebbe definito "un fottuto idiota".
L'affaire Russiagate
Steve Bannon lancia pesanti accuse contro uno dei figli del presidente. A Donald Trump Jr. assegna un posto di rilievo nel coinvolgimento della Russia nelle presidenziali USA. Le rivelazioni contenute nel libro di Wolff getterebbero certamente altra benzina sul fuoco dell'affaire Russiagate, che la Casa Bianca starebbe tentando in ogni modo di arginare con chirurgiche operazioni di dissuasione.
Nello specifico, nel libro si parla di un incontro datato 9 giugno 2016. Protagonisti del rendez-vous Trump Jr. e Natalia Veselnitskaya, avvocatessa russa che avrebbe promesso "materiale compromettente su Hillary Clinton". Un tavolo insolito a cui avrebbero preso parte anche Paul Manafort, allora direttore della campagna elettorale, e Jared Kushner, genero di Trump finito nell'occhio del ciclone.