Non solo castrazione chimica, ma anche castrazione chirurgica per gli stupratori recidivi, migranti o italiani che siano. La proposta del senatore della Lega Roberto Calderoli, attuale vice presidente del Senato, non sembra una provocazione. A scatenare la reazione furente del parlamentare leghista e di molti suoi compagni di partito sono state le notizie dei ripetuti episodi di violenza sessuale verificatisi a Roma negli ultimi giorni. Prima un cittadino somalo che, travisato da infermiere, si introduce nell’Ospedale Sant’Eugenio e molesta una partoriente.
Poi, l’episodio avvenuto nel Parco degli Acquedotti, dove un bengalese ha prima palpeggiato una donna con i pantaloni abbassati e poi si è abbandonato ad atti di autoerotismo di fronte a dei bambini. Infine, la denuncia di una ragazza contro un tunisino, accusato di averla aggredita sessualmente sulle scale mobili della metro alla Stazione Termini. Tanto è bastato a far gridare i leghisti all’emergenza stupri nella Capitale per opera dei migranti.
La proposta di legge Calderoli contro gli stupratori
La reazione più dura agli stupri delle ultime ore, vista anche la paternità ‘extracomunitaria’ delle aggressioni, è stata quella di Roberto Calderoli. Il vice presidente di Palazzo Madama, dopo aver ricordato gli episodi appena citati, dice “basta, ma davvero basta”, aggiungendo minaccioso che “tra due mesi per questi orchi e mostri la musica cambia in peggio”.
Il senatore leghista è infatti convinto che il centrodestra otterrà la maggioranza in parlamento alle prossime elezioni del 4 marzo, ponendo come una delle “priorità” del suo programma di governo proprio la proposta di legge da lui stesso depositata in Senato da alcuni mesi. Legge volta ad introdurre nel codice penale “non solo la castrazione chimica per gli stupratori recidici”, ma anche quella che Calderoli definisce la “misura irreversibile della castrazione chirurgica” per quelli che bolla come “mostri che vanno persino oltre l’orrore dello stupro” utilizzando “brutalità e ferocia”.
Le altre reazioni: Santanchè se la prende con i musulmani
Più ‘moderata’ di Calderoli si dimostra la sua collega di partito Barbara Saltamartini, la quale non parla di castrazione chirurgica, ma si lamenta per la mancanza di una legge sulla castrazione chimica come risultato “di anni di governo del Pd”. L’ex berlusconiana definisce “bestie” gli autori delle violenze sessuali e si chiede perché siano “libere di girare per le nostre città”.
Ci va giù duro, invece, un’altra pasionaria del centrodestra: Daniela Santanchè di Fratelli d’Italia. Secondo la Santanchè quello che è accaduto “dimostra che molti migranti che provengono da paesi musulmani hanno un’assenza totale di rispetto nei confronti delle donne e del loro corpo, una concezione distorta - prosegue – che è totalmente incompatibile con la nostra cultura e la nostra storia”.