“Ci avete danneggiato la macchina e la cosa non finisce qui!”: dalle vivaci proteste 2 pregiudicati di origine napoletana sono passati a delle pesanti minacce.
A far surriscaldare gli animi della coppia, rispettivamente di 30 e di 43 anni, presunti danneggiamenti alla loro autovettura che pochi giorni prima era stata posta sotto sequestro. Si erano presentati presso l’ufficio di Fonte Nuova della società concessionaria del deposito giudiziario alla quale era stata affidata la macchina qualche giorno prima.
“Ce l’avete rovinata!”
Dopo aver visto l’auto avevano asserito che mancavano delle parti e che vi erano stati dei danneggiamenti.
Nonostante gli impiegati ribadissero con fermezza che le condizioni del mezzo rispettavano appieno quanto indicato nel verbale di affidamento, i due partenopei, dopo aver rivolto pesanti minacce - anche di morte - nei loro confronti, hanno preteso di poter parlare direttamente con il titolare dell’azienda. Quest’ultimo si trovava presso la sede di Tivoli, in località Villa Adriana, così che lì si sono indirizzati decisi più che mai a far valere le loro ragioni. La tensione era ormai alle stelle, considerato che niente e nessuno era riuscito a calmare quelle persone così arrabbiate e che non volevano desistere dai propri intenti.
Provvidenziale l'arrivo dei Carabinieri sul posto
Comprensibilmente preoccupati per il precipitare degli eventi, gli impiegati addetti al deposito giudiziario hanno allertato il 112.
Sul posto si sono immediatamente recati i carabinieri dell’aliquota Radiomobile della Compagnia di Tivoli che li hanno intercettati. Nel corso della perquisizione i due uomini sono stati trovati in possesso di una pistola calibro 6.35 e 7 proiettili nascosti nell’abitacolo dell’automobile su cui stavano viaggiando.
Sono stati così tratti in arresto con l’accusa di minaccia aggravata e detenzione abusiva di arma clandestina in concorso.
Il 30enne è stato rinchiuso nel carcere di Rebibbia, mentre al 43enne sono stati concessi gli arresti domiciliari. Un episodio che avrebbe potuto avere dei risvolti ben più drammatici se le forze dell’ordine non fossero intervenute celermente e se i dipendenti della ditta che ha il deposito giudiziario non si fossero immediatamente attivati lanciando l’allarme al centralino del 112. In questi casi la prudenza non è mai troppa, una possibile strage è stata evitata!