Tema: il piccolo Luigi ha ricevuto in regalo alcuni righelli lunghi 39 centimetri ciascuno, per portarli a scuola deve inserirli nel suo astuccio, lungo 27 centimetri. Come deve fare il piccolo Luigi per usare i suoi nuovi righelli in classe? Risposta: li lascia a casa e mette nell’astuccio i suoi vecchi righelli, lunghi 25 centimetri ciascuno.

Un tema surreale che trova un altrettanto surreale applicazione nella realtà: a Napoli, precisamente al cantiere dei lavori per il prolungamento della linea metropolitana leggera 6. Collega Fuorigrotta a mergellina ma è ferma dal 2013, da quando l’Ansaldo ha avviato i lavori per estendere la linea e aggiungere due stazioni a quelle attuali.

La linea 6 deve tornare in servizio nel dicembre 2018 e utilizzare nuovi, modernissimi vagoni lunghi 39 metri ciascuno, ma c’è un problema: è previsto che i nuovi vagoni siano calati tramite gru attraverso un apposito tunnel di servizio, largo… solo 27 metri.

I nuovi vagoni sono lunghi 39 metri ma il tunnel di accesso è largo solo 27

Impossibile far passare vagoni da 39 metri in un tunnel largo 27. Nessuno si è accorto dell’errore di progettazione sino a ora, dopo che sono stati spesi circa 100 milioni di euro e nell’impossibilità di apportare modifiche al tunnel di servizio, ampliandolo sino alla larghezza necessaria.

La Anm, società municipalizzata che gestisce i trasporti napoletani, è stata ammessa al concordato preventivo che dovrebbe risolvere il problema con una soluzione alternativa ma, ancora una volta, surreale: mettere in servizio sulla linea 6 i tram acquistati in occasione di Italia ’90, vecchi di 27 anni, riqualificandoli per il servizio sulla metro leggera.

Non solo sono mezzi obsoleti ma sono anche pochi: solo sei moduli a due casse da 25 metri ciascuna, per riqualificarli ogni vagone dovrebbe essere trasportato nell’officina aziendale con un camion dedicato, al costo di circa 40mila euro per ogni viaggio. Senza dimenticare che per mezzi di 27 anni i pezzi di ricambio sono difficili da trovare e che quelli disponibili sono molto più costosi rispetto a quelli per vagoni più moderni.

Ricorrere a vecchi mezzi riqualificati non basta, serve il personale di bordo e per i servizi a terra

Non è finita: manca il personale per i nuovi treni o, comunque, per i vecchi mezzi una volta riqualificati. Servono 62 persone tra macchinisti, operai e agenti di stazione, Anm non ha ancora indetto nessun bando per assumere nuovi dipendenti, che avrebbero un costo annuo aggiuntivo di circa 2,5 milioni di euro.

Se si vuole utilizzare il personale già in servizio, è necessario pianificare almeno 6-8 mesi di formazione. Anche se dicembre 2018 è abbastanza lontano, le lancette scorrono e le casse dell’azienda dei trasporti partenopea sono più che vuote: l’ultimo bilancio si è chiuso con 200 milioni di euro di deficit. L'Anm deve affrontare difficoltà crescenti da tempo immemore: già 40 anni fa il cantautore Edoardo Bennato, studente di architettura, aveva scritto la sua tesi progettando una ristrutturazione della rete di trasporto dei Campi Flegrei. Problemi mai risolti e, con un simile rosso di bilancio, non ci sono neppure i soldi per riqualificare i sei vecchi tram che dovrebbero risolvere l’emergenza in attesa della risoluzione definitiva.

Che consta, in breve, nella costruzione di un parcheggio a raso nel quartiere di Bagnoli, a circa 10 chilometri dalla linea 6 e a cui collegarla con una bretella. I nuovi convogli da 39 metri sarebbero posizionati su binari del parcheggio per poi entrare in servizio. Tempo minimo di realizzazione, cinque anni; ma senza un minimo di fondi da utilizzare.

Torniamo alla domanda iniziale: riuscirà il piccolo Luigi a risolvere il problema?