E' successo a Seggiano di Pioltello, nella provincia di Milano, il treno regionale 10452 delle ferrovie Trenord ha deragliato alle ore 6:57 nel tragitto che avrebbe dovuto portarlo da Cremona a Milano Porta Garibaldi. L'incidente ha causato 4 morti e 100 feriti, di cui almeno una decina in gravissime condizioni - ricoverati 5 in codice rosso, e altri 8 in codice giallo all'ospedale San Raffaele di Milano -. Secondo le prime indiscrezioni le vittime dovrebbero essere 3 donne e un uomo. A fuoriuscire dai binari sono state le carrozze centrali - non la coda, dunque, e neanche la testa del treno -, e queste hanno impattato con un palo della luce accasciandosi su un lato, quasi ribaltandosi.
Circolazione interrotta tra Treviglio e Milano a causa di un inconveniente tecnico ad un treno. Per ulteriori info: https://t.co/8iK2mX5Apv
— TRENORD_miVC (@TRENORD_miVC) 25 gennaio 2018
Ad intervenire tempestivamente sono state le forze dell'ordine, i vigili del fuoco e ogni tipo di soccorritore, e tutte le 350 persone presenti nel treno composto da 6 vagoni sono state trasportate all'esterno, completando il lavoro di soccorso alle ore 10:15, dopo aver estratto dalle lamiere dei vagoni incidentati i malcapitati. Le prime ricostruzioni sull'accaduto vengono riportate dagli stessi passeggeri, i quali testimoniano di aver avvertito dei forti tremori e rumori presenti nel treno qualche minuto prima del tragico incidente.
Si stano riscuotendo particolari disagi tra Milano e Brescia, dove il traffico è stato sospeso dalle 7 su ambedue le linee, a garantire il servizio, tuttavia, è stata Trenitalia, che ha attivato una linea sostitutiva con autobus.
Cause e prime ricostruzioni
Secondo quando riportato dalle prime ricostruzioni operate dalla Rete Ferroviaria Italiana, il convoglio ha percorso il suo tragitto per una serie di chilometri con delle ruote fuori dalle rotaie, causando così l'incidente che ha provocato il deragliamento e il successivo impatto.
Ad avere un peso determinante, si suppone sia anche un problema strutturale presente ad un binario. Dalle prime ricostruzioni operate, si è supposto un problema agli scambi, dovute al fatto che il locomotore e il primo vagone hanno superato sena alcun problema lo scambio, che si è soltanto dopo, però, disallineato. A smentire il tutto, tuttavia, è una ricostruzione di informazioni successive relative ai sensori di sicurezza della rete ferroviaria, che hanno difatti funzionato, in quanto i sensori di sicurezza adibiti agli scambi hanno processato il passaggio anomalo di alcuni vagoni del treno, segnalando il problema e bloccando, difatti, la circolazione dell'area.
Continuano le indagini a tal proposito, ed è stata già aperta la procedura del pm che indaga per disastro ferroviario colposo.
Il trauma psicologico che l'incidente provoca nei feriti
Ogni evento disatteso provoca la destabilizzazione dell'equilibrio psichico, in quanto non prevedibile e conosciuto, e non pensabile e analizzabile nella realtà del suo divenire, e quindi ricostruibile soltanto a posteriori. Eventi come gli incidenti, appunto, causano delle volte intensi disturbi psicologici. Dunque, i soggetti che si sono trovati a vivere l'Incidente ferroviario capitato nel milanese, riporteranno una serie di ripercussioni più o meno gravi, che non devono essere analizzate soltanto sul piano fisico, ma anche sul versante psicologico.
Bisogna considerare che la risposta psichica ad un particolare evento - come quello di un incidente stradale - è soggettiva e varia da soggetto a soggetto. Il trauma psicologico si esprime a livello emotivo e corporeo, infatti, si innesca un processo neurobiologico che impedisce alle emozioni, alle cognizioni e alle sensazioni di essere analizzate ed elaborate, restando dunque operanti nel cervello ad un livello non cosciente, pronte a riattivarsi nelle situazioni tipiche dell'esperienza vissuta come traumatica. Ecco allora che chi vive un incidente stradale sarà vittima psicologica del trauma, in quanto ogni qualvolta si rivivrà la situazione passata, anche se in condizioni di massima sicurezza, si innescherà nell'individuo la sensazione intensa di disagio caratterizzata da un'iperattivazione corporea-emotiva, che porta ad una serie di quadri sintomatologici diversi.
Si parla, dunque, di esperienze traumatiche irrisolte, che il DSM - Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali - sistematizza nella categoria disturbi d'ansia, quali, appunto, il Disturbo Acuto da Stress e il Disturbo Post-Traumatico da Stress. Ad accomunare questi disturbi è un quadro sintomatologico caratterizzato da ansia e paura intensa, senso d'impotenza davanti alle immagini e alle cognizioni dell'evento traumatico che si presentano alla coscienza in maniera incontrollabile, aumento dell'attivazione psicofisiologica che comporta disturbi del sonno, dell'umore e dell'alimentazione. A differenziare, tuttavia, i due tipi di disturbi sopraelencati, appartenenti allo spettro relativo ai disturbi d'ansia, è il tempo relativo al decorso della sintomatologia che si presenta in un individuo: se viene a risolversi nelle prime 4 settimane si parlerà di Disturbo acuto da Stress; se perdura per più di un mese si parlerà di Disturbo Post-Traumatico da Stress.
Bisognerebbe, dunque, sensibilizzarsi alla realtà che comporta il trauma, in quanto è disfunzionale per il carico soggettivo ed emotivo, ma è anche un fattore determinante nella disfunzione delle rete relazionali che appartengono al soggetto.