L'ufficio europeo dell'Organizzazione mondiale della salute riporta dei dati preoccupanti: nel 2017 il morbillo ha causato la morte di 35 persone in Europa e ne ha colpite 21.315, il 400% in più rispetto al 2016, anno durante il quale invece si sono registrati appena 5273 casi. I paesi che hanno registrato un consistente aumento della diffusione della patologia sono l'Italia, la Romania e l'Ucraina e quello che più sconvolge è che l'Italia (con 5006 casi) sia appena seconda alla Romania (con 5562 casi). A favorire la diffusione della patologia in Italia diversi fattori, tra cui il calo complessivo del tasso di copertura vaccinale ed un sistema di sorveglianza delle malattie che non funziona più bene come una volta.
La posizione degli antivaccinisti del passato
Dal momento in cui Edward Jenner introdusse la vaccinazione nel XVIII secolo nacquero subito dei dubbi in merito ai vaccini, nonostante contribuissero a salvare la vita di molte persone dal vaiolo. La situazione andò peggiorando sempre di più quando, nel 1853, in Inghilterra si introdusse l'obbligo di vaccinare i bambini di tre mesi; le persone contrarie all'uso del vaccino fondarono delle associazioni antivacciniste ed organizzarono molte manifestazioni per esprimere il loro dissenso.
Recentemente alcuni studi comparativi sulle resistenze sociali hanno dimostrato che le critiche attuali sono pressocché le stesse di quelle del passato, per esempio ancora oggi si ritiene che i vaccini siano inefficaci e che causino malattie, che la loro diffusione sia legata ad una motivazione puramente economica, che contengano elementi tossici, che non si parli dei reali danni che i vaccini provocano ed infine che uno stile di vita sano protegga le persone dalle malattie meglio dei vaccini.
La posizione degli antivaccinisti di oggi
La psicologia e le neuroscienze forniscono dei chiarimenti sulla questione, affermando il fatto che queste credenze sono rimaste così immutate e radicate nel tempo perché sono sostenute da alcune distorsioni sistematiche di giudizio, i cosiddetti bias cognitivi. Sono scorciatoie cognitive che gli esseri umani mettono in atto inconsapevolmente per risparmiare energia cognitiva che potrebbe servire per altre attività più impegnative e complesse.
Le cose però rispetto al 1700 sono cambiate perché le persone oggi hanno maggiori possibilità di raccogliere informazioni sull'argomento, potendo chiarire anche eventuali dubbi o perplessità legate all'argomento.
Grazie alle vaccinazioni è stato possibile tenere sotto controllo, se non debellare completamente, alcune malattie di cui secoli fa si moriva, come il vaiolo e la pertosse.
I genitori che non vaccinano i figli non solo mettono a rischio i loro figli, ma anche quelli altrui che potrebbero essere contagiati per esempio in ambiente scolastico. Il calo generalizzato dei tassi di vaccinazione in paesi come l'Italia sta facendo diffondere nuovamente malattie che fino a qualche anno fa erano tenute sotto controllo.
Si è cercato quindi di capire quali fossero le posizioni degli antivaccinisti ed alcuni studi hanni evidenziato che ne esistono diverse: gli oppositori radicali (una piccola percentuale) che rifiutano ogni tipo di vaccinazione, i selettivi disposti a vaccinare i loro figli solo per alcune malattie, i dubbiosi che vaccinano i loro figli in modo casuale e spesso non rispettando neppure le scadenze.
Quest'ultima categoria è quella più "semplice" da convincere se vengono fornite loro informazioni corrette che dissipano i loro dubbi sul fatto che i vaccini possano portare alla comparsa di altre malattie. I radicali invece non solo sono fermi delle loro posizioni, ma se sfidati le rafforzano.
Esistono molte alternative per convincere le persone a vaccinare i loro bambini, ma bisogna capire quale sia la più adatta in base al contesto culturale e sociale. Attualmente il ministro della salute Beatrice Lorenzin, Walter Ricciardi (Direttore dell'Istituto Superiore di Sanità) e Roberta Chersevani (Presidente dell'Ordine dei Medici, Fnomceo) hanno assunto atteggiamenti propagandistici che lasciano ben sperare nel fatto che si possano convincere le persone che i vaccini rappresentano una grande innovazione e che, tra i tanti vantaggi, hanno drasticamente ridotto soprattutto la mortalità infantile.